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calcoli reni

Malattia renale cronica, MMG in prima fila nella diagnosi precoce

Presentata a Roma la Scheda nefrologica, un utile strumento per individuare il “sommerso” di questa condizione diffusa

I medici di Medicina generale si trovano nella posizione ideale per far “emergere dal sommerso” i soggetti affetti da malattia renale cronica, grazie a uno strumento che facilita la diagnosi precoce come la Scheda nefrologica, che consente di evidenziare campanelli di allarme come l’anemia. Se ne è parlato nel corso del convegno nazionale “Gestione della Cronicità in Italia: Focus su Anemia da Malattia Renale Cronica”, tenutosi recentemente a Roma in occasione della Giornata mondiale del rene nell’ambito del progetto Kidney Anemia Network (KAN).

Un progetto sviluppato tra diverse figure professionali coinvolte nella gestione della malattia renale cronica

Realizzato dalla società Integrated Solutions of Health Economics and Organizations (ISHEO), grazie al contributo non condizionante di Astellas Pharma e con il patrocinio della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI) e dell’Associazione nazionale emodializzati Onlus (ANED), il progetto ha sviluppato la scheda nefrologica grazie a una consensus tra diverse figure professionali coinvolte nella gestione della malattia renale cronica, a compimento di un percorso di confronto durato due anni.

Davide Integlia, direttore di ISHEO, azienda specializzata impegnata a promuovere lo sviluppo e l’accesso di farmaci e dispositivi medici innovativi, ha spiegato:

con una appropriata diffusione, la Scheda nefrologica può ridurre il rischio di invio tardivo del paziente con malattia renale cronica allo specialista. Una gestione più efficace della cronicità in Italia passa anche dalla costruzione, valutazione e implementazione di strumenti molto pratici come questo. Come afferma all’unanimità il gruppo di medici di medicina generale coinvolti nella prima fase di valutazione di questo strumento, la Scheda nefrologica dovrebbe essere integrata nei software gestionali in dotazione ai medici di medicina generale presenti su tutto il territorio nazionale.”

Uno strumento giudicato utile dai medici di famiglia

La Scheda nefrologica è stata valutata da un campione di 24 medici generalisti: il 91% l’ha giudicata estremamente utile, mentre il 40% ha dichiarato di averla utilizzata più di una volta alla settimana. Sul tema si è soffermata Marina Moscatelli, medico di Famiglia con specializzazione in Medicina interna e Nefrologia e membro della Federazione Italiana medici di Medicina generale (FIMMG):

il ruolo della Medicina generale nell’identificazione puntuale dei pazienti con malattia renale cronica e relative complicanze è fondamentale ma è necessario dotare la medicina di base di strumenti adeguati allo snellimento dei flussi di lavoro. La Scheda nefrologica, per la sua capacità di sintesi e accuratezza può aiutare a colmare il gap di conoscenza tra i medici rispetto ai rischi di malattia renale latente. La Scheda, se adeguatamente diffusa, riduce il rischio di inerzia dei medici di fronte all’urgenza di scovare il sommerso dei malati”.

Migliorare il coordinamento tra ospedale e territorio

Con il coinvolgimento del Mmg nella diagnosi precoce della malattia renale si realizza un utile coordinamento tra ospedale e territorio.

Luca De Nicola, professore ordinario di Nefrologia presso l’Università della Campania L. Vanvitelli e membro della Società Italiana di Nefrologia (SIN), ha commentato in proposito:

con la Scheda nefrologica abbiamo a disposizione uno strumento semplice per identificare i pazienti con malattia renale cronica per avviarli ad una corretta co-gestione tra medici di medicina generale e specialisti. Bisogna perciò avvantaggiarsene per favorire un accurato e puntuale riferimento al nefrologo per la diagnosi della causa di malattia e impostare la terapia nefrologica volta a evitare la dialisi ed eventi cardiovascolari precoci. Il paradigma di cura di questi pazienti sta cambiando grazie ai nuovi farmaci disponibili. Ora più che mai è quindi importante utilizzare indicatori di malattia renale, quali l’anemia e l’albuminuria, che distinguono i pazienti ad alto rischio di peggioramento della funzione renale da quelli che per la sola età avanzata hanno una malattia renale lieve e non progressiva e che non necessitano di immediato riferimento al nefrologo”.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico