Polmonite pneumococcica, molti anziani a rischio e pochi vaccinati
La vaccinazione è lo strumento più efficace per mitigare l’impatto della polmonite pneumococcica, che ogni anno colpisce nel nostro Paese circa 630mila persone, con esito fatale per circa 8mila. I costi per il servizio sanitario sono ingenti, considerato anche che, in circa un terzo dei casi, si tratta di infezioni resistenti agli antibiotici.
L’allarme è stato lanciato da Italia Longeva, l’Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva del Ministero della Salute, che ha promosso la redazione di un consensus paper, intitolato “La vaccinazione dell’anziano e del fragile contro la polmonite pneumococcica: raccomandazioni per una maggiore diffusione”, presentato recentemente al Ministero della Salute. Il documento si articola in 12 raccomandazioni, basate sull’evidenza scientifica, per l’implementazione di progetti concreti in tema di politica sanitaria, al fine di promuovere la vaccinazione antipneumococcica e standardizzarla sul territorio nazionale.
La polmonite pneumococcica uccide, ma non fa notizia
Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, ha spiegato:
La polmonite pneumococcica uccide ogni anno migliaia di anziani ma non fa notizia. In pochi la conoscono e in pochissimi si vaccinano. Alla scarsa informazione si affianca il mosaico di soluzioni operative messe in atto dalle Regioni, in assenza di indicazioni univoche sulle tipologie di vaccini da utilizzare e con quali modalità e tempistiche, per massimizzare la protezione offerta agli anziani in base a ciò che ci dice la scienza”
“Ma il vero cambio di marcia – aggiunge Bernabei – non potrà realizzarsi senza la completa informatizzazione dell’anagrafe vaccinale, in grado di darci in qualunque momento un’istantanea dei nuovi casi e delle coperture raggiunte, per meglio programmare l’offerta vaccinale e correggere il tiro laddove necessario. Il paper di Italia Longeva ha messo in luce le principali zone d’ombra che riguardano l’organizzazione della vaccinazione pneumococcica degli over 65, ma soprattutto ha offerto spunti concreti di riflessione sulle migliori strategie per rilanciarla garantendo omogeneità e appropriatezza”.
Dodici raccomandazioni per le politiche sanitarie
Il documento, frutto del lavoro di un Board multidisciplinare di esperti, si articola in 12 raccomandazioni, evidence-based e concretamente implementabili, utili a indirizzare le politiche sanitarie in materia.
Roberta Siliquini, presidente della Società Italiana di Igiene (SItI), ha aggiunto:
La totale assenza di una comunicazione strategica verso i cittadini è uno dei principali problemi legati all’elevata sotto-erogazione della vaccinazione anti-pneumococcica. La promozione, a livello nazionale, di una campagna di informazione sulla polmonite pneumococcica e sulle opportunità di prevenzione offerte agli anziani attraverso la vaccinazione, insieme a una riforma organica dell’attuale modello organizzativo, può supportarci nel raggiungimento di un obiettivo che la comunità scientifica ritiene prioritario: innalzare le coperture vaccinali degli over 65 ai livelli auspicati dalle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali”.
Fondamentale è anche l’organizzazione delle autorità sanitarie, e in questo l’esperienza maturata con la pandemia potrebbe essere di vantaggio. In proposito Walter Ricciardi, professore d’Igiene e Medicina preventiva, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha commentato:
La mancanza di dati relativi alla vaccinazione anti-pneumococcica è un problema significativo, perché è solo partendo dai dati che si possono attuare strategie sanitarie efficaci e consapevoli. Il sistema informativo sulle coperture vaccinali realizzato in epoca Covid, messo in piedi in tempi record, dovrebbe sollecitare i decisori a implementare un meccanismo idoneo anche per questa vaccinazione. Attraverso il potenziamento dell’Anagrafe vaccinale sarebbe possibile avere accesso a dati importanti sulle coperture e misurare i benefici derivanti dalla vaccinazione”.