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Pressione sanguigna, le linee guida dovrebbero essere differenziate per sesso?

Linee guida sulla pressione arteriosa specifiche per sesso potrebbero avere vantaggi e dovrebbero essere seriamente prese in considerazione.”

Lo ha affermato, in un recente contributo video su Medscape, Joann Manson, professoressa di medicina alla Harvard Medical School e al Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa).

La professoressa ha commentato uno studio apparso a maggio di quest’anno sulla rivista Hypertension, una ricerca su pressione arteriosa e mortalità per cause cardiovascolari condotta su larga scala, in una coorte rappresentativa della popolazione americana, nell’ambito dello studio osservazionale NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey).

Lo studio su ipertensione e mortalità per cause cardiovascolari

Oltre 53mila uomini e donne statunitensi, con un’età media di 45 anni, sono stati seguiti per 9,5 anni. Durante questo periodo, si sono verificati circa 2.400 decessi per malattie cardiovascolari (CVD). La pressione arteriosa è stata misurata tre volte e sui risultati è stata calcolata la media. Circa il 20% dei partecipanti allo studio stava assumendo farmaci antipertensivi e l’80% non era in terapia.

Sono state osservate differenze di sesso nell’associazione tra pressione sanguigna e mortalità per CVD. La pressione sistolica associata al rischio più basso di morte cardiovascolare era di 110-119 mmHg negli uomini e di 100-109 mmHg nelle donne. Negli uomini il rischio di morte per cause cardiovascolari iniziava ad aumentare significativamente con una pressione sistolica ≥160 mmHg, a quel punto l’Hazard rate (HR) era 1,76, ovvero un rischio più elevato del 76%.

Nelle donne, il rischio di morte per CVD ha cominciato ad aumentare significativamente ad una soglia più bassa. Rispetto alla categoria di riferimento di pressione sistolica di 100-109 mmHg, le donne la cui pressione sistolica era di 130-139 mmHg avevano un aumento significativo del 61% di morte per cause cardiovascolari, e tra quelle con una pressione sistolica di 140-159 mmHg, il rischio è aumentato del 75%.

Con una pressione arteriosa sistolica ≥ 160 mmHg, i decessi per malattie cardiovascolari tra le donne erano più che raddoppiati, con un rapporto di rischio di 2,13.

Nelle donne è più bassa la soglia di rischio

“Nel complesso, questi risultati – conclude la professoressa Manson – suggeriscono differenze di sesso, con le donne che hanno un rischio maggiore di morte per CVD a partire da un valore inferiore della pressione sistolica.” e Aggiunge:

Se questi risultati saranno replicati con ulteriori ricerche e altri studi di coorte su larga scala, allora le linee guida sulla pressione arteriosa specifiche per sesso potrebbero avere dei vantaggi e dovrebbero essere seriamente prese in considerazione. Inoltre, alcuni punteggi di rischio CVD e alcuni modelli di rischio dovrebbero probabilmente utilizzare soglie di pressione arteriosa specifiche per sesso.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.