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Prostata, screening del tumore più efficace con la risonanza magnetica

Gli esami di screening per individuare precocemente il tumore alla prostata nella popolazione al di sopra dei cinquant’anni sono un tema ancora dibattuto dalla comunità scientifica internazionale e dalle autorità sanitarie. Il dosaggio dell’antigene prostatico specifico (PSA) può fornire un’indicazione per ulteriori approfondimenti, ma è stato considerato poco adatto allo screening di massa, perché associato a un numero eccessivo di falsi positivi e a trattamenti inappropriati di tumori a basso rischio.

Un nuovo studio inglese che ha utilizzato l’imaging con risonanza magnetica (RM), oltre al dosaggio del PSA, aggiunge nuovi dati per l’elaborazione di una strategia efficace per l’individuazione precoce di uno dei tumori più frequenti negli uomini.

Uno screening per il tumore alla prostata con PSA e risonanza magnetica

Lo studio, battezzato REIMAGING e pubblicato su BMJ Oncology, si è posto l’obiettivo di valutare, in una popolazione afferente ad ambulatori di medicina generale, l’utilità della RM per lo screening del tumore alla prostata, indipendentemente dal dosaggio del PSA.

Per questa ricerca otto ambulatori di medicina generale hanno invitato circa 2000 uomini di età compresa tra 50 e 75 anni a uno screening per il carcinoma prostatico con RM e dosaggio del PSA. Hanno risposto 457 uomini (22%) e 303 hanno completato entrambi i test.

Dei 303 uomini che si sono sottoposti agli esami, 48 (16%) hanno avuto un esito positivo della risonanza magnetica, che indicava la possibile presenza di cancro, nonostante avessero un dosaggio del  PSA non considerato a rischio. In particolare 32 di questi uomini avevano livelli di PSA inferiori a 3 ng/ml, il che significa che non avrebbero dovuto essere sottoposti a ulteriori indagini.

Le persone con test positivo sono state inviate a ulteriori approfondimenti e a 29 uomini (9,6%) è stato diagnosticato un cancro che richiedeva un trattamento, 15 di questi avevano un cancro in stadio avanzato e un PSA inferiore a 3 ng/ml. A tre uomini (1%) è stato diagnosticato un cancro a basso rischio, che non richiedeva trattamento.

Un nuovo approccio allo screening per il tumore alla prostata?

Caroline Moore, urologa all’University College of London Hospital di Londra (UK) e ricercatrice capo dello studio ha sottolineato:

oltre la metà degli uomini con cancro clinicamente significativo aveva un PSA inferiore a 3 ng/ml e mediante il solo test del PSA sarebbero stati rassicurati sul fatto che non avevano il cancro. Questo è un dato che fa riflettere e ribadisce la necessità di prendere in considerazione un nuovo approccio allo screening del cancro alla prostata.”

“I nostri risultati  – ha aggiunto Moore – forniscono una prima indicazione che la risonanza magnetica potrebbe offrire un metodo più affidabile per rilevare precocemente tumori potenzialmente gravi, con l’ulteriore vantaggio che meno dell’1% dei partecipanti è stato “sovradiagnosticato” con una malattia a basso rischio. Sono necessari ulteriori studi in gruppi più ampi per valutare ulteriormente questo aspetto”.

Mark Emberton urologo presso l’UCLH e autore senior dello studio, ha aggiunto:

Il tasso di mortalità per cancro alla prostata nel Regno Unito è due volte più alto rispetto a paesi come gli Stati Uniti o la Spagna perché i nostri livelli di test sono molto più bassi rispetto a quei paesi. Considerando quanto il cancro alla prostata sia curabile se diagnosticato precocemente, sono fiducioso che un programma di screening nazionale ridurrà significativamente il tasso di mortalità per cancro alla prostata nel Regno Unito. C’è molto lavoro da fare per arrivare a quel punto, ma credo che ciò sarà possibile entro i prossimi cinque o dieci anni.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.