Telemedicina, tecnologie digitali a supporto dell’aderenza terapeutica
I pazienti con malattie croniche sono propensi a utilizzare tecnologie digitali e le considerano utili, soprattutto per migliorare l’aderenza alle terapie. Il quadro emerge dall’indagine “Sfide e opportunità nell’aderenza terapeutica dei pazienti cronici: l’apporto della tecnologia” promossa da Qwince, azienda italiana specializzata in soluzioni e servizi per la sanità digitale e condotta in collaborazione con Doxa Pharma.
L’80% dei 300 pazienti cronici intervistati valuta positivamente l’idea di una piattaforma digitale in grado di offrire in modo integrato servizi che migliorano la comunicazione con i medici e operatori sanitari, permettono un monitoraggio continuo a distanza dello stato di salute, stimolano l’aderenza alle terapie, permettono di prenotare visite, esami e farmaci, accedere ai propri dati e gestire la documentazione sanitaria.
Uno dei dati più importanti che emergono dalla ricerca è il numero di pazienti che si affiderebbero alla piattaforma per migliorare l’aderenza alla terapia: 6 intervistati su 10 ritengono il servizio particolarmente utile a favorire l’assunzione corretta dei farmaci.
Le difficoltà pratiche da superare per seguire la terapie e l’aiuto della tecnologia
Dalla ricerca emerge che 8 intervistati su 10 assumono farmaci per il trattamento della patologia di cui soffrono; la quota sale quasi a 10 su 10 nei pazienti con comorbidità. Dei pazienti sottoposti a terapie farmacologiche, il 55% assume due o più farmaci. Anche la frequenza di assunzione è elevata: l’87% almeno una volta e il 35% più volte al giorno. Per non dimenticare di assumere il farmaco, il 66% degli intervistati mette in atto varie “strategie”, come ad esempio posizionare la confezione in un luogo specifico della casa, impostare sveglie, utilizzare promemoria sullo smartphone o app specifiche. Il restante 34% cerca semplicemente di ricordarsene affidandosi alla propria memoria. Il rischio che il farmaco possa essere dimenticato, soprattutto per questi ultimi, esiste e i dati della ricerca lo confermano: negli ultimi 6 mesi è successo al 71% degli intervistati.
A differenza di ciò che si potrebbe immaginare, sono i giovani ad aderire meno alla terapia (82%). Nonostante oltre due terzi di loro abbia una strategia per ricordarsi di assumere il farmaco e circa un terzo usi strumenti digitali come promemoria sul telefono o sul computer, i pazienti tra i 30-40 anni sono coloro che più facilmente se ne dimenticano, forse per lo stile di vita più impegnato e dinamico o per la storia con la patologia più breve.
Un’interazione costante e costruttiva con gli operatori sanitari può favorire l’aderenza alla terapia. La tecnologia può venire aiuto agevolando il monitoraggio regolare delle condizioni di salute anche a distanza e facilitando la comunicazione tra pazienti, professionisti della sanità e medici. Un segnale importante lo danno proprio i pazienti intervistati, che mostrano interesse verso l’utilizzo di una piattaforma e servizi dedicati in grado di aiutare a gestire la terapia nei tempi e nei modi corretti e promuovere il contatto con il medico o con altre figure coinvolte nel processo di cura. L’82% dei soggetti coinvolti nel sondaggio ritiene un servizio digitale di questo tipo utile per migliorare la qualità della propria vita.