
Tumori testa-collo: da non trascurare l’infezione da HPV
Abitudine al fumo e consumo di alcol: sono questi i due principali fattori di rischio per i tumori del distretto testa-collo, un insieme di neoplasie che conta attualmente circa 13mila nuovi casi ogni anno, con una netta prevalenza nella popolazione maschile – colpiscono gli uomini con una frequenza doppia rispetto alle donne – e tra gli abitanti dell’Italia del nord. Ma non bisogna dimenticare quella piccola percentuale di casi che hanno origine da un’infezione da papilloma virus umano (HPV), ben noto come possibile causa dei carcinomi che colpiscono la cervice uterina. Le statistiche mostrano infatti come la sua incidenza stia aumentando in tutto il mondo.
Giovanni Danesi, presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria & Chirurgia Cervico Facciale (SIO&ChCf) spiega:
nei paesi industrializzati la progressiva riduzione del consumo di sigarette ha avuto come conseguenza una riduzione d’incidenza dei carcinomi squamosi della testa e del collo. Tale decremento, tuttavia, non si è verificato per i carcinomi squamosi dell’orofaringe HPV correlati, i quali al contrario hanno presentato un rapido incremento di incidenza nel corso degli ultimi decenni: attualmente il 31 percento dei tumori orofaringei in Italia è causato dall’HPV e il paziente tipo affetto da questo tumore è un uomo giovane o di mezza età spesso non fumatore.”
Una volta trasmesso per via sessuale, l’HPV è in grado d’infettare le cellule basali delle cripte presenti nelle tonsille palatine e alla base lingua, inducendone la trasformazione in cellule cancerose con una latenza molto lunga, compresa tra i 10 e i 30 anni. La manifestazione della neoplasia avviene con sintomi aspecifici – come dolori al cavo orofaringeo, lesioni simili ad afte che non guariscono, gonfiore e difficoltà a muovere la lingua, denti che si mobilizzano senza una ragione evidente – che rendono la diagnosi difficoltosa e spesso tardiva. Per questo è di particolare importanza mantenere stili di vita sani, fare controlli periodici e vaccinarsi.
Il ruolo della vaccinazione
“Dai dati epidemiologici – aggiunge Danesi – emerge che la vaccinazione HPV riduce la prevalenza delle infezioni da HPV nel cavo orale/faringe dell’88-93%, oltre a prevenire il 90-100% delle infezioni anogenitali da HPV e delle lesioni pre-cancerose. Ci si aspetta che la vaccinazione HPV riduca l’incidenza del carcinoma squamoso dell’orofaringe entro il 2060, sulla base della fisiopatologia e quindi del periodo di latenza tra infezione e presentazione clinica del tumore indotto dal virus.”
I cambiamenti dell’Otorinolaringoiatria
A occuparsi della diagnosi e del trattamento dei tumori della testa e del collo sono gli otorinolaringoiatri. Ciò significa che a questi specialisti è richiesto un vasto bagaglio di competenze e capacità di gestire dotazioni tecnologiche complesse. Occorre pertanto riflettere sull’opportunità di rivedere i criteri di valutazione dell’attività otorinolaringoiatrica. Spiega Danesi
“Al momento, interventi di routine come la tonsillectomia vengono utilizzati a livello istituzionale come criteri di valutazione per il monitoraggio dell’attività delle unità operative otorinolaringoiatriche ORL, con una conseguente proporzionale assegnazione di risorse del tutto inadeguata alla reale attività svolta dai reparti ORL
Quello che serve è la presa di coscienza, anche a livello istituzionale, che l’Otorinolaringoiatria è cambiata enormemente negli ultimi decenni, divenendo una disciplina complessa e multidisciplinare che spazia nell’intera area testa-collo: dalla chirurgia oncologica più complessa con utilizzo di raffinate tecniche ricostruttive all’applicazione di impianti ad altissimo contenuto tecnologico per la lotta alla sordità, solo per portare alcuni esempi.”