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Vaccino anti-Covid, le raccomandazioni del Calendario per la Vita

  • Alessandro Visca
  • Sanità

È raccomandata la somministrazione di una dose di vaccino anti SARS-CoV-2 di nuova formulazione, contenente XBB.1.5, a partire dall’autunno 2023, a tutta la popolazione di età superiore ai 60 anni, ai soggetti di età superiore a 6 mesi affetti da patologie croniche e da situazioni di immunocompromissione che comportano un aumentato rischio di malattia grave, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari non immunizzati negli scorsi 12 mesi.

La raccomandazione si legge in un documento firmato dal board scientifico del Calendario per la Vita, costituito dalla Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), Società Italiana di Pediatria (SIP), Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG), con il coordinamento scientifico del Prof. Paolo Bonanni.

Il board scientifico sottolinea che il coronavirus, nonostante non sia più classificato come un’emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale, necessita di un’attenzione costante. In Italia, il rischio di forme gravi di malattia persiste principalmente tra gli anziani e nei pazienti con malattie croniche o con condizioni di immunocompromissione. La variante XBB del virus (soprattutto con i sub lineages XBB.1.9 e XBB.1.5) è attualmente quella prevalente in Italia. Questa variante ha portato a nuove indicazioni per la composizione dei vaccini contro SARS-CoV-2. L’approccio raccomandato è l’uso di un lineage discendente XBB.1, come XBB.1.5, in una formulazione monovalente.

Una campagna di vaccinazione estesa, nel prossimo autunno, con un’alta adesione tra gli individui di età superiore ai 60 anni, secondo le stime europee, potrebbe ridurre dal 21% al 32% il totale cumulativo dei ricoveri per Covid-19, fino alla fine di Febbraio 2024.

Nel documento del Calendario della Vita, si legge anche che data la possibile coincidenza temporale tra le campagne di vaccinazione anti-influenzale e anti-COVID-19,  la co-somministrazione dei due vaccini può offrire vantaggi significativi in termini organizzativi e di adesione alla vaccinazione. Fino ad oggi, sottolineano gli esperti, non sono stati rilevati problemi di sicurezza legati alla somministrazione concomitante dei vaccini COVID-19 e antinfluenzali. È stato osservato un aumento della reattogenicità dopo la somministrazione simultanea, ma questa rimane comparabile a quella del solo vaccino COVID-19.

In coerenza con l’indicazione della Circolare Ministero della Salute n. 025782 del 14/8/23 rispetto alla raccomandazione della vaccinazione alle persone in condizione di fragilità, il Board ricorda la necessità di considerare tutte le condizioni di fragilità ovvero clinica, sociale, assistenziale, reddituale mantenendo in tutti i casi la raccomandazione e l’offerta gratuita della vaccinazione per i conviventi e i familiari. Appare in tal senso primario, si legge nel documento del Calendario per la Vita, il ruolo dei Medici del territorio, i quali grazie al rapporto fiduciario, alla conoscenza del contesto socio familiare, alla presenza capillare possono meglio degli altri attori individuare precocemente tali condizioni.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.