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Vaccino antinfluenzale, un’indagine su conoscenze e comportamenti degli italiani

L’83% degli italiani adulti (tra 18 e 59 anni) conosce il vaccino antinfluenzale, ma il 72% non lo ha mai fatto nella propria vita. Il dato emerge dall’indagine: “Il vaccino antinfluenzale: consapevolezza, credenze, comportamenti degli italiani”, condotta nei mesi scorsi su un campione di 1.000 persone.

La ricerca commissionata da Viatris a IQVIA ha come obiettivo una migliore comprensione delle convizioni e dei comportamenti in tema di vaccinazione per l’influenza di una fascia di popolazione che è responsabile non solo della decisione di vaccinare sé stessa, ma anche, molto spesso, della vaccinazione dei più fragili, in particolare bambini e anziani, per i quali il vaccino è fortemente raccomandato e gratuito.

Il peso dell’influenza sottovalutato

Le epidemie di influenza ogni anno coinvolgono larghe fette della popolazione e quasi tutti gli intervistati dichiarano di averla avuta almeno una volta nella vita. La grande maggioranza degli intervistati, inoltre, è consapevole dell’impatto della malattia sulla vita sociale e lavorativa.

Secondo l’indagine circa 1 italiano su 2 riconosce l’influenza come una condizione di rischio da cui proteggersi, ma solo poco più di 1/3 teme veramente di esserne colpito durante la stagione invernale. Giovanni Gabutti, Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Vaccini e Politiche Vaccinali” della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) commenta:

Il reale ‘burden’ medico, sociale, economico di questo virus e delle sue conseguenze è fortemente sottostimato. L’influenza colpisce una grande fetta della popolazione, fra i 40 e i 50 milioni di individui in Europa ogni anno, causando anche conseguenze gravi fino ad arrivare alla morte per 15.000/70.000 cittadini. Sebbene il 90% dei decessi si verifichi in soggetti over 65, risulta fondamentale aumentare la conoscenza di questo virus fra i giovani e gli adulti, e rendere noti gli strumenti che abbiamo a disposizione per prevenire, prima che curare, la malattia.”

Il vaccino antinfluenzale è conosciuto ma poco utilizzato

Secondo l’indagine IQVIA l’83% della popolazione italiana è consapevole della possibilità di vaccinarsi contro l’influenza, ma soltanto il 28% lo ha fatto almeno una volta nella vita, con un 15% che lo ha effettuato lo scorso autunno.

Per quanto riguarda le fonti di informazione oltre ai professionisti della salute, tra cui medici e farmacisti, che restano un punto di riferimento fondamentale, gli italiani si affidano anche al web e ai media, come televisione e giornali. Valeria Fava, responsabile del coordinamento delle politiche sanitarie di Cittadinanzattiva afferma:

in un periodo in cui disinformazione, fake news e confusione sui media sembrano aumentare, educare le persone adulte alla prevenzione è una priorità. Gli adulti consapevoli di oggi sono gli anziani consapevoli di domani e una loro sensibilizzazione sull’importanza della vaccinazione antinfluenzale può favorire comportamenti responsabili nei confronti dei più fragili e può aumentare i livelli di protezione da un virus insidioso.”

In molti non si vaccinano perché pensano di non ammalarsi

Quasi la metà di coloro che non si sono vaccinati l’anno scorso sostiene di non prendere mai l’influenza o di prenderla in forma lieve. Sembra essere questa la principale barriera a un maggiore utilizzo del vaccino Fra le principali leve che potrebbero portare queste persone a vaccinarsi troviamo invece la volontà di proteggere sé stessi (29%), la volontà di tutelare gli altri (20%) e il desiderio di mantenere un controllo sulla propria vita senza che una malattia interferisca sugli impegni quotidiani (13%).

In ogni caso la spinta decisiva a fare il vaccino arriva dal consiglio del medico o dal farmacista. Il 44% degli italiani che si sono vaccinati almeno una volta dichiara di avere approfondito il tema del vaccino antinfluenzale con il proprio medico di medicina generale. Alessandro Rossi, responsabile Area Vaccini della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) sostiene:

il medico di medicina generale ha un compito di fondamentale importanza nel percorso di vaccinazione delle persone. La pandemia da Covid-19 ha infatti messo in risalto la necessità di un ruolo ancor più attivo delle cure primarie nel campo della sorveglianza e della prevenzione delle malattie prevenibili da vaccino nell’adulto, in generale in tutta la popolazione, e in particolare nei soggetti a rischio per età o condizioni cliniche, perchè numerose infezioni virali possono scompensare condizioni di cronicità diffuse nella popolazione di assistiti dei medici di medicina generale. In quest’ottica, dobbiamo pensare al vaccino come a un’arma di prevenzione della collettività ed è fondamentale che ogni attore all’interno del sistema salute faccia la propria parte per aiutare le persone a prendere decisioni con tutti gli elementi disponibili, andando a incidere sia su come viene percepita l’influenza e la relativa protezione, sia mediante azioni concrete”.

Protezione dei familiari e dei soggetti fragili

La disponibilità a vaccinarsi vaccino è fortemente legata alle conseguenze che possono esserci per le persone più vicine, soprattutto le più esposte e fragili come i bambini. Il ruolo del pediatra come fonte informativa sul vaccino contro l’influenza è riconosciuto dal 17% dei genitori di figli fra gli 0 e i 6 anni. Antonio D’Avino, presidente Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), dichiara:

come pediatri di famiglia possiamo svolgere un ruolo importantissimo per favorire le vaccinazioni. Grazie al contatto diretto e frequente con le famiglie, abbiamo l’opportunità di informare in modo adeguato i genitori sui rischi per la salute determinati dall’influenza. La vaccinazione dei più piccoli può rappresentare la misura più efficace per proteggere i bambini e il primo passo per favorire l’immunizzazione dell’intero nucleo familiare.”

La vaccinazione in farmacia

Da alcuni anni anche il farmacista ha potuto assumere il ruolo di vaccinatore. Nell’ambito della vaccinazione antinfluenzale, 4 intervistati su 10 sono a conoscenza della possibilità di vaccinarsi in farmacia, ed un terzo è molto interessato a questa possibilità, mentre il 25% di coloro che si sono vaccinati in passato dichiara di avere effettuato già la prenotazione del vaccino in questo luogo. Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (FOFI) sottolinea:

l’opportunità di farsi vaccinare contro l’influenza dal proprio farmacista di fiducia può contribuire ad aumentare l’adesione all’immunizzazione per coloro che fino a questo momento non hanno pensato di vaccinarsi regolarmente.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.