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Vitamina D e nota 96, la posizione della SIOMMMS

La società scientifica è intervenuta in una nota per manifestare apprezzamento per la decisione presa, pur con qualche distinguo

La vicenda è quella ormai nota: alla fine del mese di febbraio l’AIFA ha rivisto in senso più restrittivo la Nota 96 con indicazione “prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D”, e riguardante in particolare la prescrizione a carico del Sistema sanitario nazionale di supplementazioni con vitamina D e i suoi analoghi (colecalciferolo, calcifediolo). L’obiettivo della revisione dell’Agenzia per il farmaco è di affermare che non esistono evidenze di riduzione del rischio fratturativo nella popolazione sana, cioè senza rischio di osteoporosi.

Inappropriata la supplementazione in soggetti sani

Il documento cita in particolare lo studio VITAL, condotto negli Stati Uniti, e pubblicato sul “New England Journal of Medicine” nel 2022, e del precedente studio europeo DO-HEALTH, illustrato sulle pagine di “JAMA”. Queste due importanti ricerche hanno infatti dimostrato che una supplementazione protratta per alcuni anni con 2000 UI di colecalciferolo non modifica sostanzialmente il rischio di frattura in soggetti adulti sani, senza fattori di rischio per osteoporosi, anche nella sottopopolazione con livelli più bassi di vitamina 25(OH)D.

Sul tema, è intervenuta recentemente la Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS), spiegando la propria posizione in merito a tutte le specifiche indicazioni. La Società spiega in una nota di condividere il giudizio sull’inappropriatezza di uno screening esteso alla popolazione generale della vitamina D, ritenendo che la prescrizione di una misurazione dei livelli di 25(OH)D dovrebbe essere riservata ai soggetti con fattori di rischio per carenza o per una migliore gestione clinica dei pazienti, mentre riconosce fondato l’approccio che prevede la supplementazione in soggetti con grave carenza di vitamina D, per quanto asintomatiche.

Riconosciuta l’importanza della supplementazione nella terapia dell’osteoporosi

Inoltre, la SIOMMMS apprezza che l’AIFA abbia innalzato la soglia minima desiderabile dei livelli sierici di 25(OH)D da 20 ng/ml (o 50 nmol/L) a 30 ng/ml (o 75 nmol/L) nei pazienti affetti da osteoporosi o altre osteopatie accertate, riconoscendo l’importanza della supplementazione come caposaldo della terapia dell’osteoporosi, contrapposta invece all’inutilità della stessa integrazione in soggetti sani e senza carenze.

Un altro punto importante riguarda i soggetti già in trattamento con vitamina D e farmaci per osteoporosi secondo nota 79 o altre osteopatie accertate, per i quali la SIOMMMS ritiene che tale approccio vada continuato a carico del Sistema sanitario nazionale. Un’altra categoria che merita la supplementazione con vitamina D rimborsata dal SSN è quella delle persone con gravi deficit motori o allettate, e la SIOMMMS apprezza che l’AIFA abbia riconosciuto questo diritto, che tuttavia andrebbe esteso tutti quei soggetti a rischio di ipovitaminosi per la scarsa esposizione alla luce solare, o per motivi lavorativi o culturali, o nel caso delle persone anziane.

Infine, una considerazione sui possibili effetti extra-scheletrici della vitamina D: allo stato attuale, non ci sono evidenze scientifiche che mostrino un favorevole rapporto costo/beneficio della supplementazione in ambito cardiovascolare, oncologico, infettivo, diabetologico e respiratorio; tuttavia tali effetti non si possono neppure escludere.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico