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Assistenza agli anziani, da ripensare il modello italiano di long term care

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Il Rapporto evidenzia con urgenza la necessità di ripensare il sistema e il portafoglio di servizi in modo strutturale e duraturo, affinché siano davvero coerenti con la domanda attuale degli utenti e in grado di risolvere le problematiche oggi più critiche.”

L’affermazione arriva dagli autori del 6° Rapporto Osservatorio Long Term Care Cergas SDA Bocconi – Essity. L’Osservatorio è stato creato nel 2018 con l’obiettivo di promuovere attività ricerca e opportunità di confronto e discussione sullo stato attuale e lo sviluppo futuro del settore Long Term Care (LTC) in Italia, ovvero il settore dell’assistenza agli anziani non autosufficienti.

Il contesto è quello dell’invecchiamento della popolazione, che vedrà aumentare il numero di persone over 65 non autosufficienti. Secondo gli ultimi dati ISTAT del 2021 erano non autosufficienti 3.959.395 ultrasessantacinquenni, pari al 28,4% del totale della popolazione di questa fascia d’età. Il rapporto di quest’anno, a cui hanno collaborato aziende pubbliche e private del settore, ha voluto indagare quanto il settore delle cure a lungo termine sia sostenibile nel medio-lungo periodo.

 

Come sintetizzato nell’infografica, nonostante il contesto sociale attuale segnali continuamente e su più fronti la necessità di una presa in carico globale, nella prospettiva dei gestori i bisogni meno presidiati dal settore LTC sono quelli di supporto psicologico per l’anziano e per la famiglia. Non vengono riconosciuti determinanti e strategici i servizi di teleassistenza, telemedicina. Quindi se da un lato l’impiego della tecnologia è ormai diffuso in alcuni ambiti del settore anziani, come la gestione delle cartelle degli utenti, dall’altro, essa ancora fatica ad emergere come strumento chiave dei servizi, nell’erogazione delle terapie o per progettare percorsi assistenziali con l’intelligenza artificiale.

Sul fronte della sostenibilità economica, il Rapporto evidenzia che il 93% dei rispondenti ritiene che il fattore che mina maggiormente la sostenibilità economica del settore LTC sia la valorizzazione attuale delle tariffe pubbliche, mentre per il 76% sarebbe la disponibilità delle famiglie a pagare, infine secondo il 73% il fattore determinante sarebbe l’alta fragilità degli utenti che accedono a posti accreditati.

La carenza di personale continua a essere un tema centrale per i gestori, il Rapporto fa emergere alcuni dei problemi più ricorrenti nel settore LTC: personale insoddisfatto, alto turnover (33% per il personale sanitario e 25% per il personale assistenziale) e difficoltà a trovare sostitute/i, anche a causa di candidature non adeguate alle necessità dei gestori.

Giovanni Fosti, Elisabetta Notarnicola ed Eleonora Perobelli, docenti e ricercatori presso il CERGAS, SDA Bocconi School of Management, commentano:

i dati mostrano che il settore dell’assistenza agli anziani non può più essere considerato come secondario. Per poter dare risposta ai bisogni di cura degli anziani, è necessaria un’alleanza tra policy maker e provider sul piano formativo e sul piano economico, un’azione di sistema che legga l’insieme delle risorse in campo, indipendentemente dai soggetti che le detengono, e ambisca ad un’offerta in grado di orientare meglio l’utilizzo di queste risorse. Infine, condizione indispensabile per la sostenibilità del settore è l’offerta di un ventaglio di servizi più vicino ai bisogni delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie. Le possibilità in questa direzione sono ancora largamente inesplorate, così come inesplorate sono le potenzialità offerte dalle tecnologie, per quanto possono rappresentare nella possibilità di connessione e di legame, sia nel perimetro familiare, sia nel perimetro di relazione con i provider”.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.