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Carciofo, alimento funzionale con alto potenziale terapeutico

Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso gli alimenti funzionali, ossia quegli alimenti che, nel contesto di una dieta sana, possono svolgere un’azione utile per la salute, grazie al loro contenuto di costituenti bioattivi, con azione potenzialmente protettiva dal rischio di sviluppare alcune patologie.

La rivista Nutrients ha recentemente pubblicato una review firmata da ricercatrici delle Università di Bari e di Foggia che evidenza il profilo nutrizionale, gli effetti farmacologici e i benefici per la salute legati al carciofo (Cynara cardunculus scolymus).

Il profilo nutrizionale del carciofo

Il carciofo, ortaggio tipico della regione mediterranea, appartiene alla famiglia delle asteracee, come alimento è fonte di minerali, antiossidanti e polifenoli. Anche la sua parte non edibile è ricca di composti fitochimici, dotati di potenziali applicazioni terapeutiche in ambito oncologico, cardiovascolare e dei disturbi neurodegenerativi.

I composti bioattivi contenuti nel carciofo sono caratterizzati da un basso livello di grassi e da elevati livelli di fibre insolubili, vitamina C, inulina e minerali quali fosforo, potassio e sodio. Si caratterizza inoltre per un alto contenuto  di  flavonoidi e fenolici con effetti antiossidanti e antinfiammatori.

Gli acidi caffeilchinici (come cinarina e acido clorogenico) presenti nell’estratto di carciofo, sono alla base dei potenziali effetti preventivi e tarpeutici dell’ortaggio in diversi ambiti. In particolare la cinarina, appartenente alla categoria degli acidi caffeilchinici, è nota per avere effetti epatoprotettivi. La sostanza non è intrinsecamente presente nel carciofo, ma si forma durante la sua estrazione acquosa.

Il potenziale terapeutico

Sebbene le proprietà antibatteriche del carciofo non siano state completamente valutate, sottolineano gli autori della review, gli studi di laboratorio ne suggeriscono un’attività inibitoria contro diversi tipi di patogeni. L’acido caffeilichinico è implicato nella distruzione della parete cellulare dei batteri, mentre i flavonoidi sembrano essere in grado di interrompere l’attività microbica degli enzimi.

Sono stati inoltre riscontrati effetti sul contrasto della crescita di batteri, quali escherichia coli e salmonella. Gli studi hanno anche evidenziato degli effetti antifungini degli estratti di carciofo, e una potenziale attività di contrasto della replicazione virale.

Inoltre, fanno notare gli autori dello studio, la strategia centrale per il contrasto allo sviluppo di malattie cardiovascolari, la principale causa di mortalità a livello globale, si indirizza verso l’infiammazione, lo stress ossidativo, la fibrosi, oltre che verso il controllo di condizioni come iperglicemia, ipertensione e dislipidemia, che contribuiscono all’aumento del rischio di malattia cardiovascolare.

Gli estratti di carciofo possono agire sul metabolismo lipidico, attraverso la riduzione della sintesi del colesterolo e dei trigliceridi endogeni. Studi sul modello animale hanno inoltre mostrato una azione degli estratti di foglie di carciofo sul profilo lipidico, su altri markers cardiaci e sulla prevenzione delle placche aterosclerotiche.

Studi sull’uomo e sull’animale

I ricercatori citano anche studi in vivo su modelli animali e sull’uomo, che hanno testato una supplementazione con estratti di carciofo. Tra quelli di maggiore interesse c’è uno studio (Rondanelli et al. 2012) su 92 individui sovrappeso ipercolesterolemia, trattati con due dosi di estratti di carciofo per otto settimane. I risultati mostrano, a confronto con placebo, un miglioramento significativo sia nei livelli di colesterolo totale, che dei livelli di colesterolo HDL e LDL.

In un altro studio (Roghani-Dehkordi et al, 2009) che ha coinvolto uomini in salute o leggermente ipertesi (140–159/90−99 mmHg), la somministrazione di estratto di foglie di carciofo concentrato, per 12 settimane, ha avuto un effetto positivo sui valori pressori confrontato con placebo.

Altre ricerche condotte modelli animali hanno indagato le potenziali proprietà neuroprotettive del carciofo, legate soprattutto all’azione dell’acido clorogenico, nei confronti della compromissione delle funzioni cognitive, ansia e depressione. I ricercatori concludono:

il carciofo, pianta comunemente utilizzata nella dieta mediterranea e nella medicina tradizionale, contiene diversi composti bioattivi. Vari studi hanno dimostrato il suo potenziale come agente antinfiammatorio, ipolipemizzante, antimicrobico e neuroprotettivo grazie alla sua composizione fitochimica. Le osservazioni riportate in questa revisione indicano che i composti estratti dal carciofo potrebbero facilitare la protezione contro varie malattie infiammatorie, suggerendo così il loro utilizzo come integratore alimentare in combinazione con terapie convenzionali.”

Redazione

articolo a cura della redazione