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Demenze, un nuovo test rapido per individuare i pazienti a rischio

I risultati di un lavoro presentato in occasione del 32mo Congresso Europeo di Psichiatria (EPA 2024 – Budapest, 6-9 aprile) da un team di ricerca ungherese, indicano la possibilità di individuare i soggetti affetti da lieve declino cognitivo attraverso un semplice e rapido test, basato sull’analisi automatizzata del linguaggio. Il test si chiama Speech-Gap test (S-GAP Test), e si configura come un potenziale strumento che potrebbe essere utilizzato per individuare i pazienti a rischio di demenza.

I cambiamenti temporali nel parlato possono rivelare un iniziale declino cognitivo

Il test messo a punto dai ricercatori ungheresi prende in considerazione non gli aspetti semantici e fonetici, ma i tempi del discorso, e i cambiamenti temporali che si verificano durante il parlato. Si incentra infatti sull’analisi di parametri come velocità dell’eloquio, presenza di esitazioni e durata delle pause, oltre che sul numero di pause di silenzio che si verificano durante un discorso di 60 secondi. Un aspetto, questo, che secondo i ricercatori è particolarmente degno di nota, in quanto altri strumenti basati sull’analisi del linguaggio, attualmente in sviluppo, necessitano di campioni audio di maggior durata.

Viene anche sottolineato come questo tipo di approccio non dipenda dalla lingua; anche se è stato sviluppato in soggetti madrelingua ungherese, i ricercatori hanno mostrato che il test si adatta anche a individui di lingua inglese e tedesca, ed è in corso un progetto di validazione dello stesso in individui di madrelingua spagnola.

János Kálmán, dell’Università di Szeged in Ungheria, afferma:

la scelta di basare il test su parametri riguardanti i cambiamenti temporali del linguaggio permette di prescindere dal livello culturale o educativo degli individui coinvolti, e lo rende probabilmente più affidabile rispetto a strumenti che si basano sull’analisi delle caratteristiche semantiche del discorso. Il test vuole essere uno strumento di screening iniziale e non un mezzo diagnostico, e non verrà registrato come dispositivo medico”.

Tuttavia il ricercatore non esclude lo sviluppo di una versione del test più sofisticata, che combini parametri riguardanti gli aspetti temporali del discorso con biomarcatori della malattia di Alzheimer o di declino cognitivo lieve, e potrebbe essere usato sia da specialisti neurologi per scopi diagnostici, che nelle cliniche della memoria.

Intervenire sui fattori di rischio modificabili anche in età avanzata

Il test potrebbe risultare utile ai medici di medicina generale per identificare velocemente quei pazienti che potrebbero essere a rischio di problemi cognitivi, e che necessitano di ulteriori valutazioni in un centro neurologico specializzato nei disturbi della memoria.

Secondo quanto sancito dalla Lancet Commission on dementia, l’intervento su 12 fattori di rischio modificabili potrebbe ritardare o prevenire fino al 40% dei casi di demenza, agendo sul mantenimento della riserva cognitiva o sulla riduzione del danno neuropatologico.

Tra quelli sui quali è possibile intervenire anche in età avanzata, viene indicato il trattamento di comorbidità quali diabete, ipertensione, obesità oltre all’eccessivo consumo di alcol e alla dipendenza dal fumo. Altri ambiti di azione riguardano, in generale, la prevenzione delle cadute e dei traumi cranici, la riduzione dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, la pratica di esercizio fisico, la riduzione dell’incidenza di depressione, il contrasto del calo uditivo, poter mantenere contatti sociali frequenti e avere un elevato livello educativo.

Redazione

articolo a cura della redazione