Diabete tipo 2, il primo studio sugli emulsionanti negli alimenti
Gli emulsionanti, una famiglia di additivi alimentari, molto utilizzata nei cibi di produzione industriale potrebbero aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Lo segnala la Società Italiana di Diabetologia (SID), che evidenzia i risultati dello studio prospettico di coorte francese NutriNet Santé pubblicato su The Lancet Diabete & Endocrinology. Si tratta del primo studio che ha verificato l’associazione tra emulsionante e rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
Lo studio ha analizzato i dati di oltre 104 mila adulti arruolati dal 2009 al 2023 a cui è stato chiesto di compilare registri dietetici di 24 ore ogni 6 mesi. Lo scopo era valutare l’esposizione agli emulsionanti. Del campione, l’1% ha sviluppato diabete di tipo 2 durante il follow up di 6-8 anni. Le associazioni tra esposizione agli emulsionanti degli additivi alimentari e il rischio di diabete di tipo 2 sono state calcolate con modelli statistici aggiustati per fattori di rischio noti.
Gli emulsionanti associati a un aumento del rischio di diabete di tipo 2
I ricercatori hanno trovato un aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo 2 collegato con una maggiore assunzione dei seguenti emulsionanti:
- E407 (gomma di carrageninina) e carragenine totali HR 1,03 [IC 95% 1,01–1,05] per incremento di 100 mg al giorno, p<0.0001.
- E340 (esteri di poliglicerolo di acido ricerolo) HR 1·15 [1·02 –1·31] per incremento di 500 mg al giorno, p=0·023.
- E472e (esteri di acidi grassi) HR 1·04 [1·00–1·08] per incremento di 100 mg al giorno, p=0,042
- E331 (citrato di sodio) HR 1,04 [1,01–1,07] per incremento di 500 mg al giorno, p=0,0080
- E412 (gomma di guar) HR 1·11 [1·06–1·17] per incremento di 500 mg al giorno, p<0·0001
- E414 (gomma arabica) HR 1·03 [1·01–1·05] per incremento di 1000 mg al giorno, p=0,013
- E415 (gomma di xantano) HR 1,08 [1,02–1,14] per incremento di 500 mg al giorno, p=0,013
Gli additivi sono stati assunti nel 5% da frutta e verdure ultralavorate (come verdure in scatola e frutta sciroppata), nel 14.7% da torte e biscotti, nel 10% da prodotti lattiero-caseari.
Angelo Avogaro, presidente SID, commenta:
come diabetologi questo studio ha tre conseguenze importanti: la necessità di contenere il consumo di cibi ultra-processati, l’appello ad una maggiore attenzione alle etichette e la necessità di chiedere una regolamentazione più stringente allo scopo di proteggere i consumatori.”
Raffaella Buzzetti, presidente eletto SID aggiunge:
sebbene siano necessari ulteriori studi a lungo termine, le alterazioni del microbiota intestinale, fanno ritenere che potrebbe essere necessario rivedere gli ADA (livelli giornalieri di assunzione). Precedenti prove che legavano l’assunzione di carragenina all’infiammazione intestinale hanno portato l’JECFA a limitarne l’uso nelle formule e negli elementi per neonati. Stiamo assistendo ad un preoccupante aumento del diabete di tipo 2 anche tra bambini e adolescenti.”