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IBD, possibile a lungo termine un aumento del rischio di miocardite

Le malattie croniche infiammatorie intestinali (IBD), come indicano diversi studi, espongono i pazienti a un maggior rischio di infezioni e di uno stato infiammatorio cronico, con un potenziale effetto anche sul rischio di miocarditi.

Partendo da questa premessa i ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma in Svezia hanno valutato il rischio di miocardite a lungo termine in un’ampia popolazione di pazienti con IBD, seguita per un lungo arco di tempo.

La ricerca ha rivelato che, sebbene il rischio assoluto di sviluppare una miocardite nei pazienti con IBD sia basso, tuttavia c’è un significativo aumento del rischio nel confronto con i pazienti senza IBD, che suggerisce una particolare attenzione alla prevenzione delle infezioni virali che possono indurre miocardite.

Lo studio sulla popolazione svedese

Lo studio pubblicato sulla rivista The American Journal of Gastroenterology, ha utilizzato i dati del Swedish National Patient Register.

Complessivamente sono stati inclusi oltre 83mila pazienti, dei quali 24.738 con malattia di Crohn, 46.409 con colite ulcerosa e 12.117 con una IBD non classificata. La ricerca ha fatto uso di una coorte di confronto di 391.344 soggetti appartenenti alla popolazione generale, e da una coorte composta da 96.149 fratelli liberi da IBD.

I pazienti, con diagnosi confermata istologicamente, sono stati arruolati dal 1969 al 2017 e seguiti per 12 anni (valore mediano), fino al 2019; per una quota del 21% il follow-up è stato superiore ai 20 anni.

L’incidenza di miocardite è stata l’outcome principale dello studio, mentre l’incidenza di miocardite grave, complicata da scompenso cardiaco, decesso o nuova ospedalizzazione, ha rappresentato l’outcome secondario.

Aumento del rischio di miocardite per i pazienti con IBD

In generale, la presenza di IBD ha comportato un aumento del rischio di miocardite per tutto il periodo considerato. Nello specifico, i pazienti malattia di Crohn, rispettoa ai controlli, hanno mostrato un aumento del rischio di miocardite del 48% (HR aggiustato 1,48; IC al 95%: 1,11-1,97) e quelli con colite ulcerosa del 58% (aHR: 1,58; IC al 95%: 1,30-1,93).

Per quanto riguarda la miocardite grave, il rischio per i pazienti con IBD, a prescindere dalla specifica patologia, appare più che raddoppiato (aHR: 2,44; IC al 95%: 1,89–3,15).

Rispetto alla coorte dei fratelli, i pazienti con IBD hanno mostrato un aumento del rischio di miocardite del 50%, e del 107% nel caso della forma grave.

Le analisi di sottogruppo hanno infine mostrato che l’associazione tra presenza di IBD e aumento del rischio di miocardite è più forte per i giovani uomini, per i pazienti con malattia di Crohn localizzata a livello del colon e per quelli che hanno ricevuto un trattamento ospedaliero per infezioni virali.

Prevenzione vaccinale e monitoraggio per i pazienti IBD

Sebbene il rischio assoluto di sviluppare miocardite a seguito di una malattia cronica infiammatoria intestinale possa essere considerato basso (1 caso in più ogni 735 pazienti, nei 20 anni di osservazione), secondo i ricercatori questi risultati supportano la messa in atto di misure preventive, destinate ai pazienti con IBD, contenute nelle attuali linee guida: si tratta, in particolare, di vaccinazioni contro i virus associati all’insorgenza di miocardite, della profilazione sierologica di questi virus e del monitoraggio dei pazienti con IBD immunocompromessi.

Redazione

articolo a cura della redazione