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Ictus, i fattori di rischio sottostimati nei giovani adulti

I principali fattori di rischio per l’ictus (come ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari) nelle donne, prima della menopausa, sono meno frequenti rispetto negli uomini, eppure l’ictus giovanile (al di sotto dei 45 anni di età) colpisce più donne che uomini. Partendo da questo dato, i ricercatori della Colorado University School of Medicine hanno cercato di quantificare il contributo di fattori “non tradizionali” (come emicrania, malattie dei vasi sanguigni, malattie autoimmuni e altro) al rischio di ictus nei giovani adulti, uomini e donne.

Lo studio sui casi di ictus giovanile

I ricercatori hanno analizzato retrospettivamente 2.618 casi di ictus (52% donne, 73% ictus ischemico) che hanno comportato un ricovero ospedaliero e 7.827 controlli, tutti di età compresa tra 18 e 55 anni. I controlli sono stati abbinati per età, sesso e condizione socio-economica. I dati provengono dal database Colorado All Payer Claims nel periodo tra gennaio 2012 e aprile 2019.

Sono stati considerati “tradizionali” i fattori di rischio per l’ictus che vengono regolarmente rilevati durante gli screening per la prevenzione, tra cui ipertensione, diabete, iperlipidemia, apnea notturna, malattie cardiovascolari, abuso di alcol e sostanze dopanti, obesità. Sono stati definiti “non tradizionali” i fattori di rischio raramente citati come causa di ictus negli anziani, tra cui emicrania, tumori maligni, HIV, epatite, trombofilia, malattie autoimmuni, vasculite, anemia falciforme, valvulopatie, insufficienza renale e fattori ormonali nelle donne, legati a uso di contraccettivi orali, gravidanza o puerperio.

I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Circulation, mostrano che, nel complesso, i fattori di rischio tradizionali hanno un peso maggiore di quelli non tradizionali nello sviluppo dell’ictus, ma negli eventi che si verificano nella fascia di età tra 18 e 35 anni i fattori di rischio non tradizionali superano percentualmente quelli tradizionali, negli uomini (31% vs 25%, rispettivamente) e nelle donne (43% vs 33%, rispettivamente).

Il peso dei fattori di rischio non tradizionali scende con l’avanzare dell’età

Per quanto riguarda i fattori di rischio non tradizionali, in questo studio, il più comune è risultato l’emicrania, che è stata riscontrata nel 20% degli uomini con ictus al di sotto dei 45 anni (odds ratio [OR] 3,9) e nel 35% delle donne (OR 3,3). Altri importanti fattori di rischio non tradizionali includevano le valvulopatie sia negli uomini che nelle donne (OR, 3,1 e OR, 4,2, rispettivamente); insufficienza renale negli uomini (OR, 8,9); e malattie autoimmuni nelle donne (OR, 8.8).

Nel complesso, dopo i 44 anni il peso dei fattori di rischio non tradizionali non era più significativo.

L’ipertensione è risultato il fattore di rischio tradizionale più importante e il suo contributo aumentava con l’età (rischio attribuibile alla popolazione: 27,8% uomini e 26,7% donne di età compresa tra 45 e 55 anni). Nel complesso, le donne presentavano fattori di rischio per l’ictus significativamente maggiori rispetto agli uomini. Tra i controlli, il 52% e il 34% delle donne avevano rispettivamente almeno un fattore di rischio tradizionale e non tradizionale, rispetto al 48% e al 22% degli uomini. Gli autori concludono che:

i fattori di rischio non tradizionali sono importanti quanto i fattori di rischio tradizionali nello sviluppo di ictus sia per i giovani uomini che per le donne e hanno un’associazione più forte con lo sviluppo di ictus negli adulti di età inferiore ai 35 anni:”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.