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Infezioni urinarie, una corretta alimentazione può contribuire a prevenirle

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Nutrients, ha valutato l’influenza di fattori comportamentali quali alimentazione, stile di vita e peso corporeo, sull’insorgenza di infezioni del tratto urinario (UTI). I risultati indicano che una corretta nutrizione e idratazione e uno stile di vita sano, giocano un ruolo importante nella prevenzione delle UTI.

La prevalenza delle infezioni urinarie è in aumento, a livello globale, con oltre 404,6 milioni di casi registrati nel 2019: si tratta di un disturbo non solo diffuso, ma che causa un impatto significativo sulla qualità della vita e che rappresenta una ragione frequente per la richiesta di consulto medico. Se non adeguatamente trattate, inoltre, le infezioni urinarie possono causare complicanze anche gravi quali pielonefrite, insufficienza renale, rischi durante la gravidanza. Le recidive sono comuni, e dipendono dall’influenza di fattori riguardanti soprattutto lo stile di vita e la salute in generale.

La ricerca su UTI e stile di vita

La ricerca, di tipo osservazionale, è stata condotta in Romania e ha coinvolto 601 individui che nel 2023 hanno risposto a un questionario composto da 39 domande. Il questionario è stato sviluppato sulla base della letteratura esistente, delle opinioni di esperti e delle caratteristiche della popolazione di riferimento, e distribuito attraverso i social media per esplorare la frequenza delle UTI in relazione ai fattori di rischio comportamentali.

Dalle analisi dei dati emerge un legame tra la frequenza delle UTI e i contatti sessuali, mentre – soprattutto tra le donne over 45 – regimi dietetici più salutari si correlano con una minor frequenza di infezioni.

Altre analisi hanno mostrato che età, livello educativo, peso e frequenza delle infezioni urinarie influenzano le scelte alimentari; gli individui più giovani e meno scolarizzati hanno maggiori probabilità di avere abitudini alimentari scorrette e poco salutari, cosi come le persone sottopeso e con frequenti infezioni urinarie. Le donne di età tra 26 e 35 anni sono risultate quelle maggiormente soggette alle infezioni urinarie; meno interessata invece la fascia delle 18-25enni.

Relativamente alle terapie, è risultato frequente il ricorso a rimedi di automedicazione, tra i quali l’impiego di integratori a base di mirtilli rossi. La richiesta di un consulto medico si verifica talvolta a seguito del fallimento dell’automedicazione. Gli antibiotici e gli antifungini sono risultati i trattamenti farmacologici più comunemente impiegati.

È noto che i fattori di rischio per l’insorgenza delle infezioni urinarie dipendono da età, abitudini sessuali, anatomia femminile, immunosoppressione e utilizzo di mezzi contraccettivi; a questi si aggiunge lo scorretto uso degli antibiotici, che può esacerbare la resistenza patogena e complicare il trattamento.

Il legame tra abitudini alimentari e infezioni urinarie ricorrenti

Per quanto riguarda la qualità della dieta, i ricercatori hanno identificato tre gruppi: dieta non sana (n. 210), dieta moderatamente sana  (n. 620) e dieta sana (n. 273).  È emersa una correlazione tra qualità della dieta e frequenza delle infezioni urinarie: dall’elaborazione statistica dei dati si è osservato che la percentuale più alta di intervistati che raramente (57,14%) o mai avevano contratto infezioni urinarie (29,30%) era tra quelli che seguivano una dieta sana, e la percentuale più alta di coloro che dichiaravano di contrarre spesso infezioni urinarie era tra quelli con una maggiore aderenza a una dieta non sana. I ricercatori concludono che:

i risultati di questo studio evidenziano un forte impatto dell’obesità, del ridotto consumo di frutta e verdura e dello stile di vita sedentario sul rischio di infezioni urinarie ricorrenti.”

Redazione

articolo a cura della redazione