Telecardiologia in Italia, l’esperienza di Piacenza e il documento di consensus
250 pazienti con scompenso cardiaco cronico seguiti a distanza utilizzando una app e un semplice dispositivo di telemonitoraggio, che consente di monitorare sette parametri. Il progetto TeleCuore è nato dalla partnership tra l’Azienda Usl di Piacenza e Novartis. La casa farmaceutica ha messo a disposizione il dispositivo, collegato ad una app sul cellulare del paziente, che ha consentito di inviare i dati all’ambulatorio dedicato dell’ospedale. Daniela Aschieri, direttore della Cardiologia dell’ospedale di Piacenza, spiega:
nel corso di questi mesi (il progetto è partito a febbraio del 2023, ndr) abbiamo registrato un ingaggio positivo dei pazienti con mediamente 11 misurazioni ogni settimana. Il parametro monitorato maggiormente è la frequenza cardiaca, 4 volte a settimana, seguito dall’elettrocardiogramma, più di 2 volte a settimana. Questa cadenza ben strutturata di rilevazioni consente al personale di intervenire proattivamente e in modo mirato, qualora si rilevi qualcosa che non va. Nel corso dei mesi, grazie al monitoraggio dei parametri, i nostri professionisti hanno attivato, se necessario, contatti telefonici per valutare lo stato di salute del paziente (11% dei casi), variato la terapia seguita (17%), invitato il paziente a recarsi in ambulatorio per una visita di persona (7%) o hanno organizzato una televisita (3%). Complessivamente, sono state teletrasmesse poco meno di 100mila misurazioni.”
L’Azienda sanitaria piacentina ha istituito un gruppo di professionisti dedicati al controllo dei parametri e al contatto con i pazienti. Grazie a questo sistema il paziente deve recarsi in ospedale solo quando è strettamente necessario, la gestione della terapia o la richiesta di esami avviene direttamente al domicilio. Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza aggiunge:
il sistema poggia su uno strumento di condivisione immediato delle informazioni utili riguardo il paziente, che coinvolge i diversi professionisti ospedalieri, ma anche territoriali: infatti TeleCuore ha visto l’ingaggio del dipartimento di Cure primarie e, in particolare, di 14 medici di famiglia, che hanno aderito volontariamente seguendo un corso di formazione per l’accesso e la consultazione della piattaforma in cui confluiscono i parametri dei propri assistiti”.
La telecardiologia in Italia: il documento di consensus pubblicato dall’ISS
La telecardiologia, a oggi, è uno degli ambiti di telemedicina in cui si sono realizzati i progressi più significativi nel nostro paese, come testimoniato da un documento di Consensus, frutto della collaborazione tra 19 società scientifiche, l’Istituto Superiore di Sanità ed esperti indipendenti.
Il lavoro, pubblicato a novembre 2023, coordinato dal Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie, è basato sulle evidenze scientifiche, confrontate con le esperienze degli specialisti e con i contributi delle Associazioni di pazienti.
Il documento offre ai professionisti sanitari, medici e gestori delle organizzazioni, le indicazioni per eseguire prestazioni tele cardiologiche. Lo scenario futuro prospettato è quello di una rete tra l’ospedale, punto di riferimento per eventi acuti, e la medicina del territorio, con il Medico di Medicina Generale, le case della salute e le farmacie.
Flow chart per l’erogazione del telemonitoraggio
Per erogare un servizio di telemonitoraggio bisogna sempre partire da un protocollo di riferimento che definisca: il target di pazienti candidabili, strumenti di telemonitoraggio disponibili, set minimo di parametri oggetto di monitoraggio, valori soglia, selezione di dati da riportare nella documentazione clinica, livello e possibilità di personalizzazione nonché le azioni di intervento in relazione ai livelli rilevati e quindi il percorso per la gestione degli allarmi, ivi compresi i professionisti per la gestione degli interventi (attivazione del 118, televisita, ecc.).
Fonte Rapporti ISTISAN 23/21, p.53
Francesco Gabbrielli, direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie e curatore del documento, ha affermato:
il documento ha richiesto diverse verifiche perché il lavoro è stato di qualità e quantità notevole dal punto di vista sia tecnico sia scientifico, è stato scritto in funzione del Servizio Sanitario Nazionale con il contributo di Cittadinanzattiva e dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci. Il metodo di lavoro è stato quello della revisione di letteratura a cui è stata integrata l’esperienza clinica dei cardiologi che hanno partecipato ai lavori durati circa 2 anni essendo partiti a maggio 2021. Lo studio ha comportato un’analisi della letteratura internazionale e ha preso in considerazione circa 258 voci bibliografiche, anche alla luce dell’esperienza di cardiologi provenienti da varie regioni d’Italia, rappresentando così l’intero panorama della cardiologia italiana”.
Maria Grazia Modena, vicepresidente SIT, professoressa di Cardiologia all’università UNIMORE Modena e Reggio, che ha partecipato alla stesura del documento di consensus, aggiunge:
uno degli elementi più innovativi del documento di consensus sulla telecardiologia è l’approccio verso lo scompenso cardiaco. Lo scompenso cardiaco è la prima causa di ricovero in ospedale ed anche la maggiore causa di ricovero inappropriato. Telemonitorare il paziente a domicilio significa poter vedere a distanza la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e la saturometria nei vari momenti della giornata e valutare l’andamento della terapia; con questi elementi diventa possibile convocare il paziente in ospedale solo a fronte di reali necessità o per controlli regolari. Si evitano così accessi inutili in ospedale, ricoveri non necessari, assiepamenti di folle e barelle, riducendo soprattutto la diffusione di infezioni nosocomiali. Un altro capitolo importante del documento di consensus è il telecontrollo delle aritmie: oltre al classico holter, è possibile vedere gli episodi aritmici su un paziente con dispositivi elettronici come defibrillatori, pacemaker e loop recorder”.