Una guida per ridurre il rischio cardiovascolare delle donne dopo il parto
La rivista Circulation ha recentemente pubblicato un documento (statement) a cura dell’American Heart Association (AHA), l’associazione dei cardiologi americani, che sottolinea come il periodo dopo il parto sia il momento ideale per monitorare il rischio cardiovascolare (CV) e iniziare un’adeguata azione di prevenzione nelle donne che hanno avuto una modificazione dei fattori di rischio durante la gravidanza, come ipertensione e diabete gestazionale.
Jennifer Lewey, della University of Pennsylvania Perelman School of Medicine di Philadelphia (Usa) spiega:
le ragioni alla base di questo documento hanno a che fare con la crescente diffusione delle complicanze in gravidanza, e con la maggior comprensione del loro ruolo come potenziali fattori di rischio, peraltro misconosciuti e sottostimati, per le malattie cardiache.”
I rischi collegati a ipertensione, diabete e obesità in gravidanza
Ipertensione, diabete gestazionale, obesità e altri problemi di salute in gravidanza, definiti APO (adverse pregnancy outcomes), interessano dal 10 al 20% delle gestanti. Queste condizioni aumentano il rischio di sviluppare patologie acute e croniche dopo il parto, come malattie cardiache, ictus, malattia renale cronica e demenza vascolare.
Il documento dell’AHA traccia un quadro delle APO più comuni e delle possibili conseguenze. L’ipertensione gestazionale è la complicanza più diffusa durante la gravidanza e negli ultimi due decenni si è verificato un aumento di incidenza della preeclampsia, una condizione caratterizzata da pressione alta e alti livelli di proteine nelle urine.
Le donne che soffrono di ipertensione durante la gravidanza hanno un rischio da due a quattro volte maggiore, rispetto alle donne con pressione sanguigna normale, di sviluppare ipertensione cronica tra 2 e 7 anni dopo il parto.
Le donne che hanno avuto il diabete gestazionale hanno una probabilità otto volte maggiore di sviluppare successivamente il diabete di tipo 2, rispetto alle donne che non hanno avuto il diabete gestazionale. Il diabete gestazionale comporta anche un rischio maggiore di diabete nelle gravidanze successive.
L’obesità aumenta il rischio di ipertensione durante la gravidanza, diabete gestazionale e successive malattie cardiache. L’obesità è anche associata a un’ipertensione persistente dopo la gravidanza. Le donne con una storia di uno o più APO possono avere infarto e ictus in età più giovane, rispetto alle donne che non hanno avuto complicazioni durante la gravidanza.
Per queste ragioni, precisa il documento, il periodo successivo al parto rappresenta un momento favorevole e opportuno per monitorare le donne che in gestazione sono andate incontro ad APO, e instaurare eventuali terapie preventive.
I primi tre mesi dopo il parto sono il periodo migliore per mettere in atto strategie preventive
Dato questo quadro, gli esperti della AHA sottolineano la necessita di identificare le donne a rischio al fine di mettere in atto tempestivamente strategie e terapie preventive, in particolare, il “quarto trimestre”, definito come il periodo fino alla dodicesima settimana dopo il parto, sarebbe il momento ideale per ingaggiare le neo-mamme in un percorso di assistenza primaria, che si rischia altrimenti di perdere.
Gli interventi per mitigare gli effetti, a breve e lungo termine, sulla salute cardiovascolare associate agli APO possono essere molto efficaci; in particolare i cardiologi americani fanno riferimento ai cosiddetti Life’s essential 8, ossia accorgimenti e modifiche dello stile di vita con un grande potenziale in termini di efficacia preventiva, specie nei primi 12 mesi dopo il parto, e includono: sana alimentazione, sonno, attività fisica, controllo del peso, dei valori pressori, del colesterolo, della glicemia e astensione dal fumo.
Un documento precedente dell’AHA, pubblicato nel 2021 ha raccomandato uno screening dei fattori di rischio cardiaco nel primo anno dopo il parto a 6 e 12 settimane e di nuovo a 6 e 12 mesi, con una transizione all’assistenza primaria intorno alle 8-12 settimane.
Opportunità di diagnosticare e trattare l’ipertensione post partum
CV cardiovascolare PA pressione arteriosa Fonte: Circulation 2024, mod.
Il documento infine sottolinea l’importanza di una maggiore consapevolezza, da parte dei medici, sui fattori di rischio CV in gravidanza e dopo il parto e dell’azione educativa sulle pazienti. In ogni caso, gli autori ritengono che siano necessari studi futuri per migliorare lo screening per le malattie cardiovascolari subcliniche nei soggetti con APO prima della comparsa dei sintomi.