
Oblio oncologico, le norme per lasciarsi alle spalle la malattia
Una diagnosi di tumore, oltre che sulla salute psicofisica, ha un forte impatto sulla vita familiare, sociale e lavorativa del paziente. Quando la malattia viene sconfitta per poter ricominciare a vivere è importante avere la possibilità di lasciarsi alle spalle la condizione di malato oncologico e per questo esistono norme specifiche, che sono state recentemente aggiornate, accorciando il periodo che deve trascorre dalla conclusione della terapia (farmacologica o chirurgica) alla maturazione del diritto all’oblio oncologico.
Va ricordato che le persone che vivono libere da cancro dopo la malattia in Europa attualmente sono circa 20 milioni e i tassi di sopravvivenza, a 5 anni dalla diagnosi, sono in aumento.
Nel dicembre del 2023 in Italia è stata approvata la legge sull’oblio oncologico (Legge n. 193 del 7 dicembre 2023) e durante il 2024 sono stati pubblicati i primi tre decreti attuativi che forniscono le indicazioni sull’attuazione del diritto all’oblio oncologico. Manca il quarto decreto attuativo che, si prevede, possa essere pubblicato nei primi mesi del 2025.
Il primo decreto del Ministero della Salute ha stabilito quali sono le patologie per cui è previsto un termine ridotto che matura l’oblio oncologico, rispetto al limite generale dei dieci anni dalla fine del trattamento o dall’ultimo intervento chirurgico. Il secondo decreto disciplina le modalità di richiesta della certificazione che attesta l’avvenuto oblio oncologico; infine il terzo decreto contiene “Disposizioni in materia di oblio oncologico in relazione alle adozioni”.
Abbiamo chiesto di fare il punto sui decreti attuativi della Legge sull’Oblio oncologico a Elisabetta Iannelli, Segretario generale di FAVO (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia) e presidente di AIMAC (Associazione italiana malati di cancro). A seguire un commento di Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia, associazione di pazienti oncologiche.
Dottoressa Iannelli, cosa si intende per oblio oncologico?
“In primo luogo bisogna stabilire cosa significhi essere guariti, anche per aggiungere consapevolezza al medico che ha in cura la persona. Poiché questo concetto è il fondamento della legge sull’oblio oncologico. Ovvero: una persona è considerata guarita da un tumore quando ha terminato i trattamenti antitumorali da un certo numero di anni, durante i quali non sono comparse recidive, e pertanto, secondo la scienza, ha la stessa aspettativa di vita di una persona che non ha avuto una malattia oncologica, ossia di una persona sana. Questo è affermato dagli epidemiologi in primis, i quali stimano, che dopo un certo numero di anni in assenza di recidiva o progressione della malattia, e conclusi i trattamenti oncologici, quella data persona possa considerarsi guarita. In base a ciò si è stabilito un termine temporale che vale per tutte le patologie oncologiche di dieci anni se la patologia è insorta dopo il ventunesimo anno di età, se invece è insorta prima dei 21 anni in età giovanile, infanzia e adolescenza il termine è di 5 anni. Per le patologie che guariscono in tempi più brevi il primo decreto emanato in primavera contiene una tabella che elenca i termini ridotti”.
Quali sono gli ambiti di tutela della legge sull’oblio oncologico?
“L’articolo 2 della legge 193/2023 tutela l’ambito assicurativo e finanziario (prestiti, mutui e finanziamenti). Per cui la persona che ha avuto un tumore da cui è guarita, nel momento in cui chiede un prestito o un mutuo, oppure vuole sottoscrivere una polizza assicurativa, non deve dichiarare la pregressa patologia e questa non deve essere un elemento né di indagine e di investigazione, né di valutazione ai fini dell’offerta assicurativa o finanziaria. Se la persona ha una polizza assicurativa in essere e interviene la guarigione in costanza di rapporto assicurativo, per poter ottenere una rivalutazione del premio e della copertura da parte della compagnia dovrà produrre il certificato di guarigione”.
“Lo stesso principio che tutela la persona nell’ambito finanziario-assicurativo, vale anche nell’ambito delle adozioni (L’articolo 3 della legge 193/2023). Se una persona guarita dal cancro intende ottenere il riconoscimento dell’idoneità all’adozione di un minore, la pregressa condizione patologica non deve essere oggetto di valutazione da parte del Tribunale dei minorenni”.
Cosa contiene il quarto decreto attuativo?
“Il Ministero del Lavoro ha avviato l’elaborazione del quarto decreto attuativo che riguarderà anche le procedure concorsuali per l’accesso al lavoro. In tutti i concorsi e selezioni per l’accesso al lavoro, pubblici e privati che prevedono l’accertamento di requisiti psico-fisici o concernenti lo stato di salute, non possono essere richieste informazioni relative allo stato di salute del candidato rispetto a malattie oncologiche da cui è guarito. In un comma dell’articolo quattro della legge è previsto che il decreto ministeriale dia indicazione di politiche attive per l’inclusione nel mondo del lavoro non solo per i guariti, ma anche per le persone che hanno avuto una patologia oncologica”.
Come deve essere stilato il certificato di guarigione?
“Lo specialista che ha in carico il paziente o il medico di medicina generale, stila il certificato di guarigione con la formula definita nel decreto dal Ministero della Salute, riportata di seguito”.
Si certifica che il/la sig./sig.ra ……………………..….., nato/a ..……….. , il ……………. , cod. fiscale ………………….,
residente a ………, Via …………….., n. ….., cap. …….ha maturato i requisiti previsti dalla legge 7 dicembre 2023, n. 193 per il riconoscimento del diritto all’oblio oncologico.”
Cosa deve sapere il medico di medicina generale?
“Ciò che dice il medico di medicina generale è fondamentale per il paziente poiché è il suo medico di fiducia, colui che conosce tutta la sua storia di salute; È necessario, pertanto, che abbia quindi la conoscenza e la consapevolezza che dal cancro si può guarire e offra al suo paziente anche un motivo di speranza. Vi sono infatti patologie oncologiche come, per esempio il tumore al testicolo o alla tiroide, per cui i pazienti si considerano guariti dopo un anno. Trasmettere questo messaggio che, ripeto, è prima di tutto un messaggio di speranza reale al paziente è di fondamentale importanza, poiché quest’ultimo, affronterà i trattamenti con altro spirito, gettando il cuore oltre l’ostacolo. È essenziale anche poter dare queste informazioni a chi è guarito o si avvicina a poterlo essere. Fornire al paziente queste informazioni con l’autorevolezza che ha un medico di medicina generale, significa offrire uno strumento alla persona per potersi tutelare da possibili discriminazioni e per difendere i propri diritti pretendendo che vengano riconosciuti”.
Il valore dell’oblio oncologico secondo un’associazione di pazienti
“L’oblio oncologico, riferisce Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia – mi riporta alla mente una frase ricorrente del grande oncologo Umberto Veronesi, che spesso sottolineava quanto fosse “più facile eliminare un tumore dal seno di una donna piuttosto che dalla sua mente”. Come al solito lungimirante il professore, aveva già tracciato la necessità di togliere il tumore non solo dal corpo della donna, ma anche dalla mente che lo percepisce, perché una rinascita e una piena ripresa della vita dopo il cancro sono possibili solo se si riesce a lasciare alle spalle questa esperienza così dolorosa, segnata da difficoltà e incertezze per il futuro. Ecco quindi che, in aiuto a questo desiderio di “eliminazione”, arriva finalmente anche un atto formale legislativo, che consente non solo alla paziente ma alla società intera di cancellare, ove possibile, lo stigma che accompagna chi ha vissuto una malattia oncologia. Finalmente una legge aiuta a dimenticarla!”.