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Adolescenti e disagio psichico: una mappa della situazione italiana

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Gli adolescenti italiani vivono frequentemente situazioni di disagio psichico e il periodo pandemico non ha fatto che acuire i loro problemi, in molti casi. È quanto emerso da una recente indagine sociologica condotta su tutto il territorio nazionale intitolata “Adolescenza, tra speranze e timori” per iniziativa del Laboratorio Adolescenza in collaborazione con l’Istituto IARD e presentati insieme a Lundbeck Italia. La Survey, che contribuirà a fornire un’istantanea della salute mentale nel nostro Paese in occasione del World Mental Health Day, che si celebrerà il prossimo 10 ottobre, ha coinvolto un campione nazionale rappresentativo di 5.721 studenti tra marzo e maggio 2022.

Il 40% dei giovani si sente ansioso, agitato o impaurito

Un primo gruppo di domande riguardava la percezione soggettiva di tristezza, ansia e tono dell’umore. Da queste è emerso che oltre il 40% dei giovani tra i 13 e i 19 anni afferma di sentirsi, spesso o qualche volta, particolarmente ansioso, agitato o impaurito, al punto quasi da non riuscire a respirare. Più colpite sembrano essere le ragazze, con percentuali di disagio riferito che arrivano all’80% del campione. Importante, come facile attendersi, l’impatto della pandemia, che ha acuito i problemi nel 57% degli intervistati. Quest’ultimo dato sembra essere allineato con dati epidemiologici globali, secondo cui il lockdown è risultato associato a un raddoppio di incidenza di sintomi di depressione e ansia, lamentati dal 25,2% e dal 20,5% dei giovani, rispettivamente.

Un secondo corpo di domande riguardava la vicinanza a situazioni di disagio conclamato, come per esempio l’autolesionismo. Anche in questo caso le percentuali sono di un certo rilievo: quasi il 40% degli intervistati ha dichiarato infatti di conoscere un coetaneo che lo pratica, con maggiore frequenza tra le ragazze. Fortunatamente, la gran parte del campione (58%) sembra essere consapevole che si tratta di problemi da affrontare con uno specialista.

Segnali di disagio da non trascurare

Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza, afferma:

gli esiti dell’indagine ci consegnano un quadro certamente non confortante, con un aumento, rispetto al passato, dei disagi come ansia e tristezza tra gli adolescenti e una frequenza che va ben oltre l’endemica e naturale presenza di questi fenomeni in un’età comunque complessa. Anche se si può ipotizzare che nella maggioranza dei casi queste forme di disagio siano destinate a rientrare senza importanti conseguenze, è comunque opportuno non minimizzare a priori queste manifestazioni, derubricandole a caratteristiche dell’età; genitori, pediatri e insegnanti dovrebbero essere attente sentinelle per cogliere prima possibile eventuali segnali di disagio, con la consapevolezza che gli adolescenti sono spesso bravissimi a dissimularli, ed indirizzare la giovane o il giovane da uno specialista”.

La vigilanza degli adulti risulta ancora più importante tenendo conto proprio del lungo periodo di limitazione della socialità dovuto al COVID-19. Stefano Vicari, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile dell’Università Cattolica di Roma, aggiunge:

la pandemia ha aumentato il numero di persone, soprattutto giovani, che hanno avuto esperienza di disturbi d’ansia: l’adolescenza è una fase della vita in cui i ragazzi potrebbero non sentirsi liberi di esprimere il proprio disagio per paura del pregiudizio dei coetanei o di non essere compresi dagli adulti. I genitori e tutte le figure che vivono direttamente a contatto con un adolescente dovrebbero sviluppare una capacità di ascolto e di comprensione; a oggi purtroppo in Italia c’è una scarsa cultura sulla salute mentale e il tema è ancora molto ignorato, bisogna dare tempo alle famiglie di occuparsi dei figli, mettere i ragazzi al centro delle nostre agende e gli insegnanti devono poter avere gli strumenti per essere di supporto”.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.