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Sonnolenza diurna, i legami con dieta e ormoni

Un'analisi metabolomica ha identificato sette biomarker associabili a un maggior rischio di un disturbo del sonno molto diffuso

“Nonostante la sua elevata prevalenza e il legame con molteplici problemi di salute, molto resta ancora sconosciuto sull’eccessiva sonnolenza diurna.”

Lo ha affermato Tamar Sofer, ricercatrice del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) di Boston (Usa), coautrice di uno studio pubblicato online su The Lancet eBioMedicine, che ha identificato 7 metaboliti associabili a un maggior rischio di eccessiva sonnolenza diurna (ESD).

I metaboliti, sintetizzati endogenamente o dalla scomposizione di fonti esterne, consentono di studiare gli effetti dell’alimentazione, dello stile di vita, dell’esposizione ambientale e della genetica sui processi biologici.

“Studi recenti – ha aggiunto la ricercatrice – hanno identificato varianti genetiche associate all’ESD, ma la genetica spiega solo una piccola parte della storia. Volevamo identificare biomarcatori che potessero fornire informazioni più approfondite sui meccanismi di questa condizione patologica e contribuire a spiegare perché alcune persone soffrono di sonnolenza persistente anche quando le loro abitudini di sonno sembrano sane”.

L’analisi di 877 metaboliti

Gli scienziati hanno analizzato i livelli ematici di 877 metaboliti in campioni prelevati da oltre 6.000 individui nell’ambito dell’Hispanic Community Health Study/Study of Latinos (HCHS/SOL), uno studio di lunga durata sponsorizzato dai National Institutes of Health americani dal 2006.

Incrociando questi dati con una quantificazione degli episodi di sonnolenza auto-riportati dai partecipanti allo studio, i ricercatori hanno identificato sette metaboliti significativamente correlati a livelli più elevati di ESD.

L’analisi ha inoltre identificato la via di biosintesi degli ormoni steroidei come via metabolica condivisa di questi metaboliti e ha identificato collegamenti con meccanismi chiave correlati al sonno, come il metabolismo della melatonina e del cortisolo.

Quando i ricercatori hanno esaminato solo i dati dei partecipanti di sesso maschile, sono stati identificati altri tre metaboliti, suggerendo che potrebbero esserci differenze biologiche basate sul sesso nel modo in cui si manifesta la patologia.

I risultati dello studio, spiega un comunicato del BIDMC, rafforzano l’idea che l’eccessiva sonnolenza diurna non sia solo il risultato di una carenza di sonno, ma possa dipendere da condizioni fisiologiche che in futuro potrebbero essere diagnosticate tramite esami del sangue o trattate con interventi mirati.

Il ruolo della dieta

I metaboliti individuati nello studio provenivano principalmente da fonti alimentari ed erano coinvolti nella biosintesi degli ormoni steroidei, inclusa la produzione di cortisolo.

“Questo è significativo perché il cortisolo è fondamentale per il sonno e la regolazione del nostro orologio circadiano. Inoltre i metaboliti correlati al progesterone sono noti per interagire con i recettori GABA-A, che sono i principali bersagli dei farmaci per il sonno”, ha affermato Tariq Faquih, del Brigham and Women’s Hospital di Boston, coinvolto nello studio.

I risultati di questa nuova ricerca confermano che gli acidi grassi omega, tipicamente presenti nella dieta mediterranea, risultano associati a un ridotto rischio di ESD mentre la tiramina, presente negli alimenti stagionati o fermentati, come formaggi, salumi, vino rosso e cioccolato sembrano associati a un rischio aumentato di ESD, specialmente nel sesso maschile.

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Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.

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