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intelligenza artificiale

Robotica e AI possono migliorare la sanità, ma non sostituire il medico

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Gli italiani esprimono una sostanziale fiducia nelle possibilità delle nuove tecnologie, intelligenza artificiale (AI) compresa, di migliorare la sanità, purché l’uomo rimanga al centro del sistema. Questo il sentimento rilevato da un’indagine Ipsos presentata alla XVI edizione de “Il Futuro della Sanità”, l’evento annuale di ab medica – azienda italiana leader nella produzione e nella distribuzione di tecnologie medicali, compresa la robotica chirurgica.

Tema del convegno la rete di assistenza oncologica come modello di cura dei pazienti con tumore.  “Prendersi cura del paziente oncologico – dichiara Francesca Cerruti, Direttore Generale di ab medica – è un impegno collettivo che coinvolge innumerevoli attori, dai medici, agli infermieri ai manager delle aziende ospedaliere sino ad arrivare alle istituzioni e alle aziende. Siamo tutti egualmente chiamati a indirizzare i nostri sforzi in maniera sinergica.”

I diversi ambiti delle reti oncologiche, dalla telemedicina alla robotica chirurgica, dalla genomica alla radioterapia, sono stati analizzati dalla ricerca IPSOS.

Dai nostri studi appare sempre più chiaro che l’innovazione tecnologica sarà decisiva per il futuro della sanità

commenta Nando Pagnoncelli, Presidente IPSOS Italia –  la diffusione dell’Intelligenza Artificiale, che nella medicina incontra meno barriere rispetto ad altri settori, non solo porterà alla nascita di nuove figure professionali in ambito sanitario, come i chirurghi robotici in grado di unire le conoscenze scientifiche con la capacità di maneggiare i nuovi dispositivi tecnologici, ma anche a una maggiore qualità nei servizi, riducendo il gap tra le strutture del Nord e del Sud Italia”.

Un approccio sostanzialmente positivo nei confronti delle nuove tecnologie è confermato dalle risposte del campione intervistato da Ipsos, che ha espresso fiducia nella chirurgia robotica (81%), cyberknife (74%), test genetici (76%), telemedicina (67%).

Queste innovazioni, sintetizza Ipsos nelle conclusioni dell’indagine, possono far parte di un’evoluzione positiva della sanità, purché facciano sentire sempre il paziente al centro e comunichino l’idea di essere un potenziamento delle capacità del medico, non una sua sostituzione.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.