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Celiachia Bambino

Integrazione con omega-3 in gravidanza, c’è un rischio di sovrappeso per la prole?

Gli acidi grassi polinsaturi a catena lunga (in particolare della serie omega-3) in gravidanza svolgono un ruolo importante per sostenere lo sviluppo cerebrale del nascituro.

Diverse ricerche hanno anche evidenziato come il corretto apporto di acidi grassi polinsaturi, con una corretta alimentazione ed un’eventuale integrazione, può ridurre il rischio di parto pretermine ed avere effetti positivi sulla salute della prole.

Nel 2016 un importante studio danese, chiamato COPSAC (Copenhagen Prospective Studies on Asthma in Childhood), ha dimostrato che un’integrazione di olio di pesce in donne in gravidanza riduceva nella prole, fino all’età di 5 anni, il rischio di respiro sibilante persistente o asma e infezioni del tratto respiratorio inferiore.

Tuttavia, una nuova ricerca, pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha valutato all’età di 10 anni bambini nati da madri che hanno partecipato allo studio danese e ha trovato un rischio aumentato di sovrappeso.

La ricerca è stata condotta su un campione di 736 donne, reclutate nell’ambito dello studio COPSAC, che prevedeva, a partire dalla 24ma settimana di gravidanza fino alla prima settimana dopo il parto, l’assegnazione in modo casuale a placebo oppure a una integrazione di 2,4 grammi di acidi grassi polinsaturi a catena lunga n-3 (n-3 LCPUFAs).

All’età di dieci anni, i 282 bambini nati dalle donne appartenenti al gruppo sperimentale presentavano un valore medio di BMI più elevato (17,4 vs 16,9; P = 0,02) e una maggior probabilità di essere in sovrappeso (odds ratio: 1,53; P = 0,047). Non sono invece emerse differenze per quanto riguarda altezza, peso, circonferenza vita o nella prevalenza di soggetti obesi o sottopeso.

Sono emerse anche alcune differenze -non statisticamente significative- in termini di quantità di massa magra e di massa grassa, percentuale di grasso corporeo, e rischio di sindrome metabolica, che risultano maggiori per i nati da madri che avevano ricevuto l’integrazione di LCPUFAs durante la gravidanza.

I benefici dell’assunzione di acidi grassi polinsaturi in gravidanza superano i potenziali rischi

In un editoriale di commento allo studio Sjurdur Frodi Olsen, del dipartimento di ricerca epidemiologica dello Statens Serum Institut di Copenhagen in Danimarca, ricorda che, in uno studio del suo istituto, la prole di madri che hanno assunto una supplementazione di oli di pesce, è stata seguita fino a 19 anni di età e non sono emersi effetti né sul BMI né sugli indicatori chiave della sindrome metabolica, inclusi i lipidi nel sangue, la glicemia, la circonferenza della vita e la pressione sanguigna.

Olsen ricorda anche che in una recente expert review pubblicata sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology–Maternal Fetal Medicine dedicata alla supplementazione con omega-3 per la riduzione del rischio di parto pretermine, nelle donne in età fertile la dose quotidiana raccomandata di acido docosaesanoico (DHA) e acido eicosapentaenoico (EPA) è di almeno 250 mg, assunta attraverso alimentazione e integrazione. In gravidanza se ne raccomanda un incremento compreso tra 100 e 200 mg/die.

Le donne incinte con un basso apporto di DHA+EPA e/o bassi livelli ematici di DHA+EPA dovrebbero assumere una supplementazione di circa 600-1.000 mg/die di DHA più EPA o DHA da solo, e questa supplementazione dovrebbe preferibilmente iniziare nel secondo trimestre di gravidanza e continuare fino a circa 37 settimane di gestazione quando il periodo a rischio di parto pretermine è finito.

In definitiva, secondo gli esperti, il ruolo degli acidi grassi nella prevenzione del parto prematuro, a sua volta causa di aumentato rischio di infezioni e di mortalità nei primi mesi di vita, non può essere ignorato; pertanto, a oggi, i benefici per il bambino, associati alla supplementazione di olio di pesce in gravidanza sembrano ampiamente superiori ai possibili rischi in termini di aumento di peso durate l’infanzia, evento sul quale sarebbe comunque possibile intervenire.

Redazione

articolo a cura della redazione