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Pressione arteriosa, la posizione del braccio può influire sulla misurazione

L’ipertensione è una delle più diffuse patologie croniche, e si stima interessi oltre un miliardo di persone a livello globale. Poiché rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare, il monitoraggio è particolarmente importante, anche in corso di terapia; è pertanto molto ampio sia il numero di contesti e condizioni in cui si effettuano i controlli della pressione arteriosa, sia il numero di pazienti che misurano autonomamente la pressione al proprio domicilio.

Le linee guida per la misurazione della pressione raccomandano che il braccio sia supportato su un tavolo, con il manicotto a livello del cuore.

Secondo una recente ricerca condotta dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, Baltimora, e pubblicata su JAMA Internal Medicine, la posizione del braccio durante la misurazione potrebbe influire sui risultati, dando luogo a sovrastime degli effettivi valori pressori.

Uno studio ha confrontato tre diverse posizioni del braccio

Lo studio, randomizzato, ha coinvolto 133 adulti, con età media di 57 anni. Tra i partecipanti il 36% aveva una pressione sistolica ≥130 mmHg e nel 41% un indice di massa corporea ≥30.

I partecipanti sono stati assegnati, in maniera casuale, a ricevere una serie di misurazioni della pressione con il braccio in tre posizioni diverse: appoggiato su un tavolo, appoggiato sulle gambe e disteso lungo il fianco, non supportato.

Poiché le misurazioni della pressione arteriosa sono soggette a variazioni, e possono variare anche all’interno della stessa lettura, tutti i partecipanti hanno ricevuto anche una quarta misurazione con il braccio appoggiato su un tavolo. Le misurazioni sono state effettuate tra le ore 9:00 e le 18:00, solo sul braccio destro, da due membri del team di ricerca opportunamente formati, mediante un dispositivo validato.

Risultati sovrastimati quando il braccio non è nella posizione corretta

Dalla ricerca è emerso che misurando la pressione con il braccio appoggiato sulle gambe o lungo il fianco si ottengono valori pressori statisticamente più alti rispetto alla posizione corretta con il braccio appoggiato al tavolo.

Nello specifico con il braccio appoggiato sulle gambe, la pressione sistolica risultava sovrastimata di 3,9 mmHg (IC 95%: 2,5-5,2), e la pressione diastolica di 4,0 mmHg (IC 95%: 3,1-5,0). Analogamente, quando il braccio era lasciato pendere lungo il fianco, le letture sovrastimavano la pressione sistolica di 6,5 mmHg (IC 95%: 5,1-7,9) e la diastolica di 4,4 mm Hg (IC 95%: 3,4-5,4).

Anche se le differenze nelle letture in relazione alla posizione del braccio erano già state evidenziate da precedenti ricerche (nella misura di 4-23 mmHg per la PA sistolica e di 3-12 mmHg per la diastolica), lo studio in oggetto ha la particolarità di avere un disegno randomizzato, in contrasto con la maggior parte degli studi pubblicati in cui l’ordine delle posizioni del braccio non era randomizzato o non era chiaramente descritto.

La posizione errata potrebbe portare anche a sottostimare i valori pressori

Donald DiPette, della School of Medicine Columbia (University of South Carolina, Usa), chiamato a commentare i risultati, ha dichiarato:

sebbene la ricerca abbia evidenziato una sovrastima dei valori pressori, le misurazioni in posizioni non raccomandate dalle linee guida potrebbero anche potenzialmente condurre una sottostima dei livelli. Pertanto, la misurazione della pressione arteriosa dovrebbe essere praticata con la stessa accuratezza rigorosa di un esame del sangue, o di un esame radiologico. Necessaria, inoltre, una maggiore educazione per operatori e pazienti, i quali dovrebbero sapere di poter richiedere una nuova misurazione, conoscere la corretta posizione del braccio raccomandata dalle linee guida e comprendere le implicazioni delle letture errate.”

Redazione

articolo a cura della redazione