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Asma allergico grave: quanto conta il rapporto medico-paziente in terapia

congresso_novair_15Rafforzare il rapporto tra medico e paziente per effettuare una diagnosi corretta dell’asma allergico grave. Dovrebbe essere questo l’obiettivo da perseguire al fine di attuare un trattamento farmacologico adeguato e in conseguenza di migliorare la qualità di vita dei pazienti, siano essi adulti che bambini. Questa tematica è stata affrontata nel corso del convegno Novair che si è tenuto a Firenze, lo scorso 16 febbraio e che è stato realizzato con il contributo di Novartis e Sandoz. Più di 400 specialisti in pneumologia e allergologia dell’adulto e del bambino si sono incontrati e hanno discusso le numerose sfaccettature di una patologia, che se trascurata, potrebbe anche risultare fatale.

All’incontro fiorentino sono stati presentati i risultati del primo studio, condotto in Italia e in Germania, che ha evidenziato come, facendo una proiezione a livello nazionale dei dati analizzati, siano oltre 3.000 i pazienti italiani con asma allergico grave, che non ricevono terapie adeguate e che per questo vedono un costante peggioramento della propria qualità di vita.

Uno dei motivi risiede nella (non)comunicazione tra medico e paziente. I soggetti, non adeguatamente informati, tralasciano di segnalare allo specialista quei sintomi che possono rivelare una perdita di controllo della patologia; i MMG e i PLS, d’altra parte, non sempre riescono a individuare tempestivamente le situazioni in cui è necessario rivedere la cura in corso e confrontarsi con lo specialista e non sono sufficientemente informati sulle innovazioni terapeutiche disponibili. “Dai dati di questo studio emerge la necessità di approfondire nell’anamnesi tutti i sintomi al fine di trattarli con le terapie più adeguate” ha affermato Walter Canonica, dell’Università degli Studi di Genova. “Oggi abbiamo a disposizione farmaci che, agendo a monte della cascata infiammatoria, possono indurre nei casi gravi un miglioramento dei sintomi, e questi 3.000 pazienti italiani affetti da asma allergico grave avrebbero potuto tenere sotto controllo il quadro clinico, se da subito avessero ricevuto una diagnosi corretta”.

Pierpaolo Benini

Giornalista pubblicista, fotografo, webmaster.