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telemedicina oculistica

Sanità digitale, a Bologna le prime cliniche oculistiche virtuali

L’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna ha realizzato, per la prima volta in Italia, una rete di cliniche oculistiche virtuali in centri diagnostici periferici situati sul territorio ed inseriti in una rete di telemedicina.

In occasione del convegno “Sanità Digitale: trasformare il presente per un futuro sostenibile” è stato assegnato il premio Innovazione digitale in sanità della School of Management del Politecnico di Milano, alle realtà che si sono maggiormente distinte nella capacità di utilizzare le moderne tecnologie digitali, selezionate tra nove finalisti. Tra queste, l’AUSL di Bologna con il progetto Virtual Clinics Oculistiche – cliniche oculistiche virtuali – prime in Italia, realizzate in centri diagnostici periferici (Spoke) situati sul territorio ed inseriti in una rete di telemedicina Hub & Spoke.

Potenziare le prestazioni sul territorio per rispondere ai bisogni dei pazienti

Il territorio dell’Azienda USL di Bologna comprende 45 comuni, per una popolazione di oltre 880 mila abitanti, ed è articolato in sei distretti sociosanitari. Ogni anno, l’Azienda eroga circa 156 mila prestazioni ambulatoriali oculistiche, di cui 23 mila esami diagnostici, rivolti a circa 120 mila pazienti oculistici. Prima della realizzazione del progetto, tutte le prestazioni ambulatoriali oculistiche di II livello erano eseguite presso il centro Hub dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Il progetto Virtual Clinics Oculistiche nasce quindi, dall’esigenza di potenziare le prestazioni oculistiche presso centri dislocati sul territorio per rispondere in modo efficiente ai bisogni di cura dei pazienti, ridurre i divari territoriali e ottimizzare le risorse umane.

Francesca Quagliano, dirigente medico di Oftalmologia, UOC di Oculistica, Azienda USL di Bologna, che ha ritirato il premio, spiega:

La Virtual Clinic Oculistica è un innovativo modello di presa in carico di medicina di prossimità, oculistica digitale e dematerializzata. Le virtual clinics oculistiche sono degli spoke diagnostici periferici, dislocate strategicamente sul territorio della città metropolitana di Bologna ed inseriti in una rete di telemedicina, hub&spoke. Nell’hub avviene il trattamento di tutte le patologie oculari, che può essere laser, iniettivo o anche chirurgico. Nelle Virtual Clinics, quindi negli spoke periferici, può avvenire la diagnosi e il follow-up delle patologie una volta raggiunta una stabilità del quadro clinico”.

“La persona con patologia oculare cronica – prosegue la specialista, – esegue gli esami e i test diagnostici nelle virtual clinics, interfacciandosi con gli ortottisti assistenti in oftalmologia e gli infermieri professionali, ricevendo il referto sul Fascicolo Sanitario Elettronico una volta elaborato dal medico oculista presente nel centro HUB”. E aggiunge:

il progetto Virtual Clinics oculistiche è nato come proposta dai professionisti dell’unità operativa di oculistica nel settembre 2021, per dare una risposta alle richieste di una medicina di prossimità dei pazienti oculistici.  Il progetto è stato supportato, sin dall’inizio, dalla Direzione generale dell’Azienda USL di Bologna che ha sempre sostenuto l’innovazione, anche in oculistica. Nel maggio 2023 è stata inaugurata la prima clinica virtuale oculistica nel comune di Valsamoggia – (Bologna) e, ad oggi, sono state realizzate altre due virtual clinics oculistiche in altri comuni periferici e a breve verrà inaugurata una quarta virtual clinic. Ad oggi le prestazioni eseguite in Virtual Clinic e quindi tele refertate sono state circa 6 mila.

“Per un esame come l’OCT – aggiunge Quagliano – la virtual clinic oculistica ha ridotto i tempi di attesa con evidenti vantaggi per i pazienti, ovvero, quelli di trovare una risposta sul territorio ai propri bisogni di salute, una risposta di altissima qualità perché la strumentazione è dello stesso livello, se non un livello superiore, rispetto a quella presente nel centro hub.” E conclude:

Per i clinici la virtual clinic costituisce un vantaggio per una continuità assistenziale tra ciò che viene fatto nell’ospedale (hub) e ciò che viene fatto nel tempo nel territorio (spoke)”.

Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.