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Yoga

Lo yoga migliora la qualità di vita dei pazienti con fibrillazione atriale parossistica

Lo yoga migliora la qualità di vita dei pazienti con fibrillazione atriale parossistica. Una delle discipline della tradizione orientale di più lunga data non finisce di stupire dunque, per le sue innumerevoli virtù, e nuove conferme sui suoi benefici specialmente in ambito cardiovascolare arrivano da un recente studio svedese (Wahlström M et al. Eur J Cardiov Nurs 2016; DOI: 10.1177/1474515116637734). Secondo quanto riportato lo yoga in aggiunta alla terapia standard, sembra migliorare la qualità di vita dei soggetti che soffrono di fibrillazione atriale parossistica. Inoltre, lo studio dimostra anche che lo yoga possa ridurre la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca.
La fibrillazione atriale (FA) è il più comune disturbo del ritmo cardiaco e colpisce circa l’1,5-2 per cento della popolazione nel mondo. Non esiste una cura per la FA, e la gestione della malattia si concentra sulla riduzione dei sintomi e sulla prevenzione delle complicanze in particolare l’ictus attraverso diversi approcci come la cardioversione, l’ablazione e la terapia medica. Gli episodi di FA si accompagnano in genere a dolore toracico, problemi respiratori e giramenti di testa, che nel complesso limitano fortemente le attività del paziente e di conseguenza la qualità della vita. Gli episodi di FA di solito durano meno di 48 ore e si arrestano spontaneamente, anche se in alcuni pazienti possono durare fino a sette giorni. Lo studio in oggetto ha coinvolto 80 pazienti con fibrillazione atriale parossistica che sono stati assegnati a due gruppi: un gruppo che ha partecipato a lezioni di yoga e un gruppo di controllo. Entrambi i gruppi hanno ricevuto la terapia standard per la fibrillazione atriale. Le sedute di yoga erano di un’ora/settimana per 12 settimane e venivano eseguite in ambito ospedaliero da un istruttore esperto; il programma prevedeva movimenti di luce, respirazione profonda e meditazione. La qualità della vita, la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna sono state misurate in tutti i pazienti all’inizio e alla fine dello studio.
La qualità della vita (salute fisica e psichica) è stata valutata utilizzando i questionari validati Short-Form Health Survey (SF-36) e il EuroQoL-5D (EQ-5D) Visual Analogue Scale (VAS). Dopo 12 settimane rispetto al gruppo controllo, nel gruppo “yoga” si sono osservati più alti punteggi SF-36 per quanto riguarda la salute mentale, il battito cardiaco è risultato diminuito come anche la pressione sistolica e diastolica. I miglioramenti osservati, secondo gli Autori del lavoro, potrebbero essere legati alla respirazione controllata che costituisce il fondamento dello yoga. La tipica tecnica di respirazione porterebbe a un maggior equilibrio del sistema simpatico/parasimpatico con evidenti conseguenze benefiche sulla frequenza cardiaca. La respirazione in aggiunta ai movimenti potrebbe inoltre, riflettersi positivamente sulla pressione arteriosa.

Pierpaolo Benini
Pierpaolo Benini

Giornalista - Webmaster - Fotografo