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BPCO, avere un cane migliora la vita dei malati cronici

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Fa bene all’umore, ma soprattutto aiuta a svolgere la necessaria attività fisica. Chi soffre di BPCO malattia cronica invalidante che spesso riduce di molto la vita sociale e porta a stati depressivi, può trarre notevoli benefici dalla presenza di un’animale da compagnia.

Lo ha verificato un’indagine condotta da Doxapharma per conto di Boehringer-Ingelheim. Sono stati selezionati due gruppi di pazienti affetti da BPCO di grado moderato (100 possessori di cane e 100 no), omogenei per età, sesso, scolarità, composizione del nucleo familiare, situazione lavorativa, zona e ampiezza del Comune di residenza.

Tutti i soggetti dovevano avere un punteggio >10 al questionario COPD Assessment Test (CAT), uno strumento suggerito dalle Linee Guida Internazionali per ottenere una valutazione completa dei sintomi della BPCO e del loro impatto sulla vita quotidiana.

Il 70% degli intervistati con il cane ha riferito ricadute positive sulle esperienze emotive, il 62% sulla salute fisica e il 39% su quella mentale.

“Prendersi cura del cane impegna e coinvolge il paziente in diversi momenti della giornata, ha dichiarato Ilaria Baiardini, Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento cognitivista, che collabora con l’Università di Genova – lo spinge ad essere attivo, ad uscire di casa e ad aumentare le occasioni di contatto con le altre persone.”

“Si tratta di azioni  – continua Baiardini che aiutano a prevenire la sedentarietà, e il senso di isolamento e solitudine spesso presenti in chi è anziano e soffre di patologie croniche. Il beneficio è riconosciuto come significativo dai pazienti stessi: il cane migliora la componente fisica e quella mentale, ed ha un effetto sulla vita emotiva. I limiti riferiti non riguardano tanto l’impegno o i costi legati al fatto di possedere un cane, ma la preoccupazione di non poter avere l’animale al proprio fianco. Il cane vive spesso dentro casa (nell’89% dei casi), da un periodo prolungato (in media 5.6 anni) e il rapporto tra padrone ed animale non si limita alla routine della passeggiata, dell’alimentazione, dell’igiene e della cura. Il cane diventa un componente della famiglia (spesso l’unico), sempre presente, con cui condividere gesti, routine ed emozioni”.

I risultati dell’indagine non hanno evidenziato differenze tra possessori e non possessori di cani per quanto riguarda il numero di farmaci assunti per la BPCO, né per l’impatto dei sintomi sulla vita quotidiana (CAT).

Tuttavia, l’analisi dei dati ha mostrato come chi possiede un cane, ripsetto a chi non lo ha, abbia una minore probabilità (-25%) di avere più riacutizzazioni durante l’anno e una maggiore probabilità (più del doppio) di svolgere un’attività fisica regolare.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.