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Oculisti: “tamponi antigenici rapidi per permettere visite in sicurezza”

L’emergenza sanitaria ha provocato un calo del 50% delle visite oculistiche in Italia, con rischi per la salute visiva di milioni di persone. L’allarme arriva dal 2° Congresso Digitale della Società Oftalmologica Italiana, che si svolge in modalità telematica dal 26 al 29 novembre.

“In questi mesi di pandemia da Covid-19 – spiega Matteo Piovella, Presidente della SOI – le visite oculistiche sono diminuite del 50% sia perché in questa seconda fase di difficoltà non tutti gli ospedali sono disponibili a erogare le prestazioni di tipo oculistico sia perché i pazienti stessi, per timore di contagiarsi, si rifiutano di farsi visitare. Per questo come SOI riteniamo che i tamponi rapidi antigenici possano essere la soluzione migliore per garantire al massimo la sicurezza dei pazienti ed evitare che milioni di persone trascurino la salute dei propri occhi».

“Solo facendo un tampone in tempo reale – aggiunge Piovella – possiamo stabilire che una persona non è potenzialmente contagiosa e metterla insieme a una persona ‘sana’ senza che nessuno dei due abbia timore di infettarsi. A torto l’assistenza oculistica è considerata elettiva e non urgente e oggi  gli ospedali hanno chiuso gli ambulatori e i reparti di oculistica. Quando si riaprirà ci sarà una lentissima ripresa che farà funzionare il sistema al 30%. Sono molto preoccupato per la riduzione delle chirurgie per rimuovere la cataratta o le terapie intravitreali, tutti interventi ‘salvavista’, che non si riescono più a fare”.

I rischi per le terapie intravitreali

La chiusura dei reparti oculistici sta mettendo a rischio anche le terapie ‘salvavista’ intravitreali e anche in questo campo i numeri sono allarmanti: «A proposito di queste terapie, una persona su tre sopra i 75 anni, se non curata adeguatamente, non riesce più a leggere un estratto conto bancario – spiega il Presidente SOI -. Già prima del Covid erogavamo il 70% in meno di iniezioni  rispetto a paesi come Germania, Inghilterra e Francia. Nel 2020 in Europa c’è stata una perdita del numero di iniezioni del 70%. Queste nazioni che ne facevano un milione all’anno ora ne fanno 300mila, noi che ne facevano 300mila ora ne facciamo 100mila. La situazione merita attenzione. Queste persone, se non hanno la terapia, perdono la vista. Per questo chiediamo che ogni singolo medico oculista venga autorizzato a fare iniezioni intravitreali e questa fondamentale azione non possa essere più limitata a poche centinaia dei 7000 medici oculisti italiani ».

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.