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Assistenza ai pazienti oncologici sul territorio, nuove possibilità con il PNRR

  • Luca Mazzacane
  • Sanità

Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si apre una possibilità di ridefinizione organizzativa e di miglioramento della assistenza medica sul territorio, per un valore di oltre 7 miliardi. A fronte di questa chance, le 39 associazioni del movimento “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” hanno dato voce alle richieste dei pazienti oncologici, raccolte grazie ad un’indagine online, condotta da Astraricerche.

Il sondaggio ha evidenziato la necessità di espansione della Telemedicina, con un conseguente potenziamento delle reti oncologiche regionali e una reale implementazione del Fascicolo Elettronico Sanitario. Si richiede, inoltre, continuità tra ospedale e territorio, realizzabile con il maggiore coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale, farmacisti e infermieri. Dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo, infine, si richiedono garanzie di accesso, a livello nazionale, a dispositivi medici e diagnostici, come marker tumorali, test genomici.

Le difficoltà a raggiungere i centri di assistenza all’origine della mancata continuità assistenziale

Leggendo nel dettaglio i risultati dell’indagine si scopre che l 55,3% dei pazienti e dei caregiver richiede una maggiore promozione del dialogo tra medico e paziente attraverso la telemedicina. Una soluzione che permetterebbe di porre ponti digitali, laddove quelli fisici non siano ancora possibili. Di fatto, il 40% si è espresso a favore della telemedicina come soluzione atta a ridurre gli spostamenti dalla propria località a quella assistenziale. Ad oggi, la mancata ramificazione delle strutture ospedaliere sul territorio risulta una difficoltà critica per i pazienti con mobilità limitata.

Di fronte a questa situazione, ne risulta una mancata continuità assistenziale, una garanzia richiesta dal 35% della popolazione interessata. 

La propensione all’innovazione, resa chiara attraverso queste richieste, deve però trovare una realizzazione tramite una pragmatica messa a terra della digitalizzazione sanitaria, un obiettivo per il quale i fondi del PNRR possono avere un grande ruolo. Per il 46% degli intervistati, risulta fondamentale tradurre in pratica il monitoraggio del paziente a domicilio o nelle “reti di prossimità”. Un obiettivo finale che prima dovrà passare per il raggiungimento di stadi intermedi, quali il completamento della Rete Oncologica Regionale.



MMG, farmacisti e infermieri essenziali per l’assistenza ai pazienti oncologici

L’importanza della medicina nel territorio, nelle patologie oncologiche, passa soprattutto per tre figure sanitarie, adeguatamente formate, quali i Medici di Medicina Generale, i farmacisti e gli infermieri. Se i primi sono fondamentali nell’assicurare la continuità assistenziale e fungono da punto di riferimento per le comunicazioni necessarie con il paziente, farmacisti e infermieri facilitano la consegna a domicilio della terapia e possono supervisionarne l’assunzione e la conduzione.

L’oncologia di prossimità richiede anche un maggiore impegno nello sviluppo e la dotazione di dispositivi medici e diagnostici. Il 52,4% degli intervistati ritiene necessaria la disposizione di nuovi macchinari su tutto il territorio, seguiti dal 37,8% che sottolinea l’importanza di un nuovo Piano Oncologico Nazionale. Quest’ultimo prevede l’aggiornamento tecnologico dei dispositivi e l’adeguamento formativo del personale sanitario coinvolto. Parliamo quindi di Medici di Medicina Generale, infermieri, farmacisti, ma anche dei caregiver, sia a livello informale (amici o parenti) sia a livello formale (badanti e tutor). Perché gli ingranaggi del meccanismo funzionino urge, per il 32,3% degli intervistati, che i caregiver vengano inclusi nel Piano Assistenziale del paziente e che il Fondo Triennale venga impiegato nella formazione e nel supporto delle figure di caregiving.

Infine, il 52,4% dell’opinione pubblica richiede lo sviluppo di una helpline telefonica per i caregivers, utilizzabile al di fuori degli orari diurni e di servizio. Anche con questa proposta si consolida l’idea di una rete territoriale, rapida ed efficiente, che possa aiutare il paziente oncologico direttamente dal proprio domicilio. Un elemento importante, che rappresenta il futuro della medicina e non riguarda solo l’attuale condizione pandemica. Lo sviluppo della telemedicina è un elemento cardinale nell’avanzamento della medicina personalizzata, che soddisfa le tre dimensioni dei percorsi diagnostici terapeutici. La Telemedicina permette una gestione ottimale delle tre dimensioni fondamentali dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, ovvero la dimensione clinica, associata al bisogno assistenziale e coordinata dalla dimensione organizzativa.

Luca Mazzacane

Redattore scientifico, esperto di sanità