Depressione perinatale, sono a rischio anche i padri?
La nascita di un bambino rappresenta un decisivo momento di cambiamento in termini personali, lavorativi, economici. Il delicato e significativo processo di transizione verso la genitorialità, può avere, come è noto, ripercussioni sullo stato di salute mentale delle neo-mamme, anche per effetto dei cambiamenti ormonali che si verificano dopo il parto.
Va considerato, però, che anche i neo-padri vivono un passaggio impegnativo alla nascita di un figlio. Fattori come il repentino cambio dello stile di vita e del rapporto con la partner, insieme all’aumento della difficoltà di conciliare vita lavorativa e familiare e alla deprivazione di sonno, creano un carico emotivo che può portare a disturbi dell’umore; un’esperienza che non riguarda solo il periodo successivo al parto, ma anche la gravidanza, indicata da alcuni studi come la fase più critica per i bisogni psicologici e il senso di identità dei futuri papà.
Uno studio su un’ampia popolazione, appena pubblicato sul Journal of Affective Disorders conferma l’esposizione per i nuovi papà un aumento del rischio di ansia e depressione.
Uno studio sulla salute mentale dei neo-padri in Francia
CONSTACES è un ampio studio prospettico osservazionale, avviato in Francia per raccogliere informazioni relative a vari ambiti inerenti la salute pubblica; il reclutamento di adulti tra 18 e 69 anni di età si è svolto dal 2012 al 2020. Lo studio prevede anche la somministrazione annuale di questionari in grado di misurare la gravità dei sintomi di ansia, depressione e disturbi somatici: il Center for Epidemiologic Studies Depression (CES-D) Scale e il 12-item General Health Questionnaire (GHQ-12).
I dati raccolti dallo studio sono stati utilizzati anche per valutare la prevalenza dei disturbi mentali e dei relativi fattori di rischio nei neo-padri. La ricerca, di tipo longitudinale, si è focalizzata sull’insorgenza di ansia e depressione nell’arco di nove anni.
Parallelamente, sono state raccolte informazioni sui fattori socio-demografici e psicosociali legati allo stile di vita, oltre che sugli aspetti familiari, professionali e culturali; tutti ritenuti potenzialmente associati con una variazione dello stato di salute mentale, anche auto-riportato, dai partecipanti.
Il sottocampione utilizzato per l’analisi si compone di 6.299 neo-padri, con una età media di 38 anni.
Il rischio di ansia e depressione aumenta per circa un neo-papà su dieci
I sintomi d’ansia autoriferiti risultano più diffusi di quelli depressivi; in media interessano il 4,9% degli uomini inclusi nel campione prima della paternità, e il 7,8% degli stessi nel periodo successivo. Per la depressione il tasso è di 1,9% prima della nascita, e del 3,3% dopo il parto.
Il tasso di sintomi clinicamente significativi durante il periodo di studio è pari in media del 23,2% dei partecipanti, con un aumento dopo la nascita (dal 19,3% al 25,2%).
Emerge, in generale, una scarsa consapevolezza da parte degli uomini di avere un umore disturbato, indicata dalla discrepanza esistente tra le diagnosi autoriferite e i punteggi derivanti dai questionari medici.
Sulla base del grado e della variabilità dei sintomi auto-riferiti, relativi allo stato di salute mentale, i partecipanti sono stati ripartiti in tre categorie. Il 5,6% del campione presenta un rischio temporaneamente aumentato nei due/quattro anni intorno alla nascita; il 4,1% ha un rischio costante nel tempo, mentre il 90,3% mostra livelli bassi e costanti di rischio.
Il rischio di avere sintomi depressivi transitori risulta aggravato da fattori come la disoccupazione, la mancanza di un partner, l’avere avuto esperienza negative durante l’infanzia e le difficoltà economiche.
Una fase delicata che richiede attenzione
Sebbene i risultati dello studio non riportino percentuali di soggetti a rischio molto elevate, la ricerca conferma che, superando pregiudizi di genere, anche per i neo-padri il periodo perinatale può rappresentare una fase di aumentata vulnerabilità psicologica.
La miglior comprensione del rischio in questa popolazione può essere di aiuto nel definire approcci preventivi mirati.