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Influenza e infezioni respiratorie, attesi 14 milioni di casi in Italia

  • Silvia Pogliaghi
  • Sanità

“Sono previsti 14 milioni di casi di patologie respiratorie tra influenza e altri virus, tra cui una presenza importante di SARS-CoV-2 che si diffonderà nella stagione ‘24-‘25 con la variante Xec, immunoevasiva”. Lo ha affermato Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano nel corso di un incontro organizzato a Milano da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione.

L’andamento della stagione influenzale appena conclusasi nell’emisfero Australe è l’indicatore per prevedere come sarà l’incidenza delle malattie respiratorie invernali nel nostro emisfero nei prossimi mesi. Pregliasco ritiene probabile quindi che la stagione sarà piuttosto intensa, simile alla stagione 2022 e più vivace rispetto allo scorso anno ed aggiunge:

tra vecchie e nuove influenze, la stagione delle infezioni respiratorie non si è mai conclusa anche in estate e a causa degli sbalzi termici, i contagi non sono scesi sotto la soglia critica”.

Inoltre, ha sottolineato Pregliasco, “virus ‘cugini’ come il RVS, Virus Respiratorio Sinciziale, il rinovirus, il metapneumovirus e i virus para influenzali, in estate si sono mantenuti attivi, provocando, insieme ad alcuni batteri e al Covid-19, diversi problemi polmonari.

La coesistenza con il Covid-19

“Il Covid-19 – afferma Pregliasco – è, e continuerà ad essere, una realtà con cui dobbiamo fare i conti. Abbiamo visto già come nel mese di agosto ci sia stato un incremento dei casi, seguito da una successiva diminuzione. Attualmente, ci troviamo in una fase di coesistenza con il virus, e dobbiamo prepararci a un andamento delle infezioni caratterizzato da fluttuazioni periodiche che, nel tempo, dovrebbero tendere a ridursi. Ogni 4-6 mesi, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, emergono nuove varianti del virus che presentano caratteristiche di immunoevasività. Si tratta di varianti che hanno la capacità di superare l’immunità ibrida che abbiamo acquisito attraverso le vaccinazioni e i precedenti contagi. Tuttavia, è importante notare che questa immunità non offre una protezione definitiva e permanente, rendendo necessario continuare a monitorare e adattare le nostre strategie di prevenzione e trattamento”. E aggiunge:

queste nuove varianti, appartenenti alla famiglia Omicron, sono più “benevole” in termini di effetti sulla salute rispetto alle precedenti, ma non in termini di diffusione: in un contesto in cui la popolazione ha sviluppato un’immunità ibrida, il virus si è adattato diventando più subdolo per continuare a diffondersi. Di conseguenza, si registrano molti casi asintomatici o con sintomi lievi, facilitando così la trasmissione. Sebbene il Covid-19 sia meno aggressivo, rimane comunque pericoloso e potenzialmente letale per le persone fragili e anziane”.

I virus influenzali e l’aggiornamento dei vaccini

“Tra i principali virus influenzali in circolazione – sottolinea Fabrizio Pregliasco – si segnala l’A/H1N1 e l’A/H3N2. A questo riguardo, i vaccini antinfluenzali autorizzati per la nostra prossima stagione hanno subìto un aggiornamento, in particolare per il ceppo A/H3N2, che è stato sostituito con uno nuovo di origine thailandese. Mentre la composizione del vaccino antinfluenzale per gli altri ceppi, come quelli di tipo A e B, è rimasta invariata, questo cambiamento riflette l’esigenza di adeguare le difese alle varianti in circolazione. I vaccini saranno disponibili nelle versioni trivalente o quadrivalente, garantendo una copertura più ampia”.

Il ruolo del medici di medicina generale

Secondo Pregliasco: “il medico di medicina generale riveste un ruolo cruciale nell’ambito della gestione delle malattie respiratorie e non. Il suo intervento è essenziale per l’identificazione precoce dei sintomi di queste patologie, che spesso possono essere molto simili tra loro. Grazie alla sua esperienza e competenza, il medico è in grado di effettuare una diagnosi differenziale accurata, distinguendo tra le varie condizioni e indirizzando i pazienti verso il trattamento più adeguato. Inoltre, il medico di medicina generale ha una funzione importante nella valutazione delle comorbilità, ovvero la presenza di altre malattie concomitanti che possono influenzare il trattamento. Questa valutazione è fondamentale per scegliere il farmaco più adatto e decidere se è necessario adottare un approccio terapeutico più intenso”.

Le preoccupazioni degli italiani per l’arrivo della stagione influenzale

Nell’incontro di Assosalute è stata presentata una ricerca  condotta da Human Highway in cui il 50% degli italiani intervistati esprime preoccupazione per la prossima stagione influenzale, temendo che i virus possano essere particolarmente aggressivi e contagiosi, come accaduto lo scorso anno.

Il Covid-19 sembra aver perso centralità nelle preoccupazioni quotidiane, anche se 2 italiani su 3, sia uomini che donne, sono consapevoli che il virus non è scomparso e che potrebbe tornare con nuove varianti. Il 51,6% degli italiani ora considera il Covid-19 una “normale infezione virale”, un dato quasi raddoppiato rispetto al 2023, quando solo il 27% lo assimilava all’influenza.

Nonostante il 43% degli italiani ritenga di aver acquisito maggiore resistenza ai virus stagionali, permane una diffusa preoccupazione per le conseguenze del Covid-19 sulla salute delle persone vulnerabili, con il 59% (soprattutto over 55 e over 65) che continua a temere per la salute dei membri più fragili della propria famiglia, mentre le donne sembrano preoccuparsi di più, oltre che dei rischi diretti sulla salute, anche dell’impatto sulla vita quotidiana a causa della malattia.

Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.