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Planetary health diet, una dieta per la salute dell’uomo e del pianeta

I cambiamenti climatici in atto ci stanno mettendo di fronte a un disastro ecologico, al quale contribuisce in modo determinante anche il nostro sistema di alimentazione. I ricercatori dell’Harvard Medical School, dell’Università di Harvard negli Stati Uniti, diretti da Walter Willett, hanno messo a punto un modello alimentare, battezzato con l’acronimo Planetary Health Diet (1), progettato per tutelare salute dell’uomo e del pianeta, contribuendo alla prevenzione delle malattie e alla conservazione delle risorse ambientali.

Modelli alimentari per promuovere longevità e invecchiamento sano

Dieta
Fonte: Journal of Internal Medicine, 2023, mod.

La PHD predilige una ricca varietà di alimenti vegetali minimamente trasformati da associare a un modesto consumo di carne e latticini, un regime a cui sono stati sottoposti oltre 200mila soggetti di ambo i sessi liberi da patologie croniche arruolati dal Nurses’ Health Study I and II (2) e dall’Health Professionals Follow-Up Study (3) e valutati ogni 4 anni per oltre trent’anni con accurati questionari alimentari.

Si tratta del primo ampio studio per valutare direttamente l’impatto delle raccomandazioni del rapporto EAT-Lancet del 2019 (4) che ha dimostrato come un diffuso consumo di alimenti di bassa qualità siano la causa di carenze di micronutrienti, con un sostanziale aumento di obesità e malattie non trasmissibili correlate (come coronaropatie, ictus, diabete ecc.), con un rischio di morbilità e mortalità che supera quello delle malattie sessualmente trasmissibili e dell’abuso di alcol, droghe e tabacco messi insieme.

EAT (5) è l’organizzazione scientifica internazionale no-profit dedicata alla trasformazione del sistema alimentare globale che l’anno scorso, a 4 anni dal suo primo storico rapporto, ha annunciato una seconda commissione EAT-Lancet 2.0 (6) sulle diete sane da sistemi alimentari sostenibili. In questo caso si terrà conto anche degli effetti della pandemia da COVID-19 che ha sconvolto economie e società in tutto il mondo, provocando l’instabilità globale delle forniture e dei costi di cibo, carburanti e fertilizzanti, con un aumento delle ingiustizie e delle disuguaglianze insite nel sistema alimentare globale.

Gli effetti della Planetary Health Diet

A differenza di altri regimi dietetici una tantum dove l’efficacia dei risultati è stata minore, nella PHD gli effetti sono stati migliori in quanto la dieta è stata mantenuta per un periodo di tempo più lungo. Nei soggetti più aderenti il rischio di morte prematura è risultato più basso del 30% rispetto ai meno aderenti. Tutte le principali cause di morte, inclusi tumori, malattie cardiache e polmonari sono risultate inferiori.

Inoltre una maggior aderenza alla dieta determina anche una riduzione del 29% delle emissioni di gas serra, del 21% dell’impiego di fertilizzanti e del 51% di utilizzo di terre coltivate, un fattore particolarmente importante perché la riduzione dell’uso del suolo facilita la riforestazione che riduce i livelli di gas serra: chi segue una dieta sana e sostenibile oltre a ridurre significativamente il rischio di morte prematura riduce anche l’impatto ambientale.

Bibliografia

  1. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/joim.13728
  2. https://nurseshealthstudy.org/
  3. https://www.hsph.harvard.edu/hpfs/
  4. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(18)31788-4/abstract
  5. https://eatforum.org/about/who-we-are/
  6. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(23)01290-4/abstract
Cesare Peccarisi

Giornalista scientifico, neurologo, editorialista del Corriere Salute, Responsabile Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Neurologia (SIN)