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Diabete-glicemia-misura

Diabete tipo 2, un controllo glicemico aggressivo protegge meglio il cuore

Nel trattamento di soggetti con diabete di tipo 2, il controllo glicemico intensivo con sulfonilurea, insulina o metformina si è dimostrato vantaggioso rispetto al controllo glicemico convenzionale. Il risultato era emerso dallo UK Prospective Diabetes Study, durato 20 anni, e dal follow-up successivo allo studio, durato 10 anni. Sulle pagine di Lancet, Amanda Adler, dell’Università di Oxford e colleghi hanno illustrato i risultati dell’estensione dello studio fino a 14 anni. Più nello specifico, nello studio originale, dei 5.102 pazienti arruolati tra il 1977 e il 1991, 4.209 (82,5%) erano stati randomizzati a ricevere un controllo glicemico intensivo (sulfonilurea o insulina o, se in sovrappeso, metformina) o un controllo glicemico convenzionale (principalmente dieta).

Al termine dello studio interventistico durato 20 anni, i 3.277 partecipanti sopravvissuti sono entrati in un periodo di monitoraggio post-studio di 10 anni, durato fino al 30 settembre 2007.

Sulla base dei dati del National Health Service (NHS) raccolti di routine per altri 14 anni è stato condotto un follow-up esteso. Gli autori hanno raccolto le registrazioni di decessi, ricoveri ospedalieri, visite ambulatoriali e presenze in unità di emergenza. Hanno così potuto esaminare sette esiti clinici aggregati prespecificati, quali: qualsiasi endpoint correlato al diabete, decesso correlato al diabete, decesso per qualsiasi causa, infarto del miocardio, ictus, vasculopatia periferica e complicanze microvascolari.

L’analisi finale ha riguardato 1.489 soggetti, con età media al basale di 50,2 anni per il 41,3% di sesso femminile. L’età media dei partecipanti ancora in vita al 30 settembre 2021 era di 79,9 anni. Il follow-up individuale dal basale variava da 0 a 42 anni, con una mediana di 17,5 anni.

Un controllo glicemico aggressivo e precoce sembra conferire una riduzione del rischio di decesso e infarto del miocardio quasi per tutta la vita

I dati mostrano che fino a 24 anni dopo la fine dello studio originale, gli effetti sulla glicemia e gli effetti della metformina non hanno mostrato segni di cedimento. Il controllo glicemico intensivo precoce con una terapia a base di sulfonilurea o insulina, rispetto al controllo glicemico convenzionale, ha mostrato riduzioni complessive del rischio relativo del 10% (p =0,015) per il decesso da qualsiasi causa, del 17% (p= 0,002) per l’infarto del miocardio e del 26% (p< 0,0001) per le patologie microvascolari. Le corrispondenti riduzioni del rischio assoluto sono state rispettivamente del 2,7%, 3,3% e 3,5%.

Il controllo glicemico aggressivo precoce con metformina, rispetto al controllo glicemico standard, ha mostrato riduzioni complessive del rischio relativo del 20% (p= 0,010) per il decesso da qualsiasi causa e del 31% (p= 0,003) per l’infarto miocardico. Le corrispondenti riduzioni in termini assoluti sono state rispettivamente del 4,9% e del 6,2%.

Non sono stati osservati effetti significativi sul rischio di ictus o di vasculopatia periferica durante o dopo lo studio per i gruppi di controllo glicemico intensivo e non è stata osservata una riduzione significativa del rischio di malattia microvascolare per la terapia con metformina.

In conclusione, rispetto a un approccio standard, un controllo glicemico aggressivo e precoce con sulfonilurea o insulina, o con metformina sembra conferire una riduzione del rischio di decesso e infarto del miocardio quasi per tutta la vita. Raggiungere una quasi normoglicemia subito dopo la diagnosi potrebbe essere essenziale per minimizzare il più possibile il rischio di complicanze legate al diabete nel corso della vita.

Redazione

articolo a cura della redazione