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Menopausa, poche donne sanno come gestire i sintomi vasomotori

Una campagna di sensibilizzazione cerca di colmare le lacune di informazione sui rimedi che possono migliorare la qualità di vita

Da fattori di peggioramento della qualità di vita a seri fattori di rischio per la salute: è così che possono essere descritti i sintomi vasomotori della menopausa, percepiti dalle donne attorno ai 50 anni, ma spesso sottovalutati e non affrontati adeguatamente. Il tema è stato trattato da una campagna di informazione e sensibilizzazione voluta da Astellas Pharma, con il patrocinio di Fondazione Onda ETS, – Società Italiana Ginecologia Terza Età (SIGITE) e Società Italiana Menopausa (SIM).

Nel corso dell’evento di presentazione della campagna, sono stati divulgati i risultati di un’indagine demoscopica, che mostrano come circa la metà delle donne in menopausa percepisca sintomi vaso-motori, nel 54% de casi di grado moderato-severo e associati ad altri sintomi quali disturbi del sonno, aumento di peso e stanchezza. Inoltre, a ricercare una soluzione di sintomi severi è poco più della metà (55%) del campione, quota che scende al 40% tra le donne con sintomi moderati, anche se oggi sono disponibili interventi mirati ed efficaci.

I sintomi vasomotori possono rappresentare anche un fattore di rischio cardiovascolare

Raffaela Di Pace, dottore di ricerca in fisiopatologia della menopausa presso l’Humanitas Pio X di Milano ha dichiarato:

 la mancanza degli ormoni che si verifica con la menopausa comporta conseguenze di ordine fisico e si accompagna alla comparsa di sintomi da privazione, di cui i più frequenti sono le vampate di calore sperimentate dalla maggior parte delle donne. Oggi sappiamo che questa sintomatologia ha una spiegazione: nel cervello sono presenti specifici recettori, localizzati nel centro della termoregolazione situato nell’ipotalamo, che sono sensibili all’azione degli estrogeni. Quando questi ormoni mancano, la temperatura non è più regolata come dovrebbe e questo genera la sensazione di improvviso e intenso calore associato a rossore cutaneo e sudorazione profusa, i cosiddetti sintomi vasomotori, percepiti dalla donna nella parte alta del corpo.
I nuovi dati di letteratura evidenziano che i sintomi vasomotori, oltre alla sgradevole sensazione sperimentata dalla donna, rappresentano anche un fattore di rischio cardiovascolare dovuto all’innalzamento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, aumentando il rischio di sviluppare ipertensione, ictus o infarto. Le vampate di calore associate a sudorazioni notturne sono da considerarsi un vero e proprio campanello d’allarme per la salute della donna.”

L’informazione non manca, ma spesso non è qualificata

L’informazione sulla menopausa peraltro non manca: il 56% delle intervistate ha infatti riferito di ritenersi sufficientemente informata sul tema, anche se le informazioni sono giudicate superficiali e veicolate dall’esperienza di amiche, familiari (74%), siti internet (62%) e dialogo con il ginecologo (65%) o con il medico di famiglia (39%). Molte donne tuttavia vorrebbero un confronto più stretto con medici e farmacisti.

Francesca Merzagora, presidente della Fondazione Onda ha dichiarato:

il vissuto che emerge dall’indagine è un senso di solitudine che viene percepito dalla donna insieme a una scarsa propensione ad assumere terapie per fronteggiare la sintomatologia credo sia veramente importante incrementare la sensibilizzazione sui sintomi e sulle implicazioni della menopausa, che spesso sono dati per scontati dai medici e sui quali la donna è reticente a parlare e chiedere. Bisogna stimolare il dialogo tra medico e donna affinché quest’ultima si senta meno sola. Bisogna lavorare in rete e sensibilizzate le figure mediche, in particolare ginecologo e medico di medicina generale, perché indaghino in modo approfondito la sintomatologia durante una visita e l’impatto che questi disturbi hanno sulla vita della donna per supportarla maggiormente e colmare il bisogno di conoscenza sulle possibili soluzioni da attuare. Oggi una donna di 50 anni ha davanti a sé un’aspettativa di vita di almeno trent’anni e deve imparare a convivere al meglio con questa condizione, che è un passaggio naturale, ma per alcune è molto impattante”.

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Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico

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