Spesso la motivazione non basta. Difficoltà economiche e di accesso alle cure, disagio psicologico e preoccupazioni per il futuro possono impedire che il proprio desiderio di uno stile di più sano si realizzi. Lo segnala l’ultima edizione dello STADA Health Report, una ricerca online indipendente condotta da Human8 per conto di STADA*
Uno stile di vita più sano è ritenuto importante, ma non è facile da realizzare
Nei cittadini europei è alta l’attenzione per la salute, il 96% degli intervistati dichiara che uno stile di vita sano è importante. Il 72% degli europei dichiara inoltre di impegnarsi nella prevenzione facendo esercizio fisico, assumendo integratori alimentari e mangiando sano. Due terzi (66%) si sottopongono ad alcuni o a tutti i controlli preventivi, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto all’ indagine del 2023.
Tuttavia, anche se una vita sana è desiderata da quasi tutti, solo la metà degli europei (51%) ritiene di riuscire a condurre complessivamente uno stile di vita salutare. Gli spagnoli sono quelli che valutano il loro stile di vita più sano (68%) e, secondo i dati Eurostat, hanno anche l’aspettativa di vita più alta del continente.
Uno dei principali ostacoli a uno stile di vita sano è la mancanza di motivazione, segnalata dal 41% degli intervistati. Ma anche in presenza delle motivazioni, ci possono essere difficoltà economiche e psicologiche. I dati evidenziano che chi ha preoccupazioni economiche ha maggiori difficoltà a condurre uno stile di vita sano (36%) rispetto a coloro che sono più benestanti (58%). Le persone in difficoltà economica tendono a essere meno soddisfatte del proprio sistema sanitario (48%) e a nutrire meno fiducia nella sua capacità di prendersi cura di loro in caso di malattia grave (47%), rispetto a coloro che non hanno preoccupazioni finanziarie (63% e 64%).
Difficoltà economiche e disagio psicologico sono spesso collegati
Il legame tra difficoltà economiche e disagio psicologico è evidente: coloro che sono in difficoltà finanziaria hanno molte più probabilità di soffrire di burnout (72%) e meno probabilità di descrivere la propria salute mentale come “buona” (49%) rispetto a coloro che si sentono economicamente tranquilli (il 62% e 72%, rispettivamente).
Nel complesso, il 64% degli europei definisce la propria salute psichica come “buona”, tuttavia, due terzi (66%) dichiarano di aver sperimentato sintomi di burnout almeno una volta. Le donne (71%) e le persone sotto i 35 anni (75%) risultano particolarmente colpite.
Le persone che vivono problemi psicologici hanno tre volte in meno la probabilità di condurre uno stile di vita sano (19%) rispetto a coloro che godono di benessere mentale (62%).
I sistemi sanitari non sembrano garantire equità nell’accesso alle cure
Per quanto riguarda il rapporto con i sistemi sanitari il 58% degli intervistati dallo STADA health report si dichiara soddisfatto, ma solo un europeo su due (51%) si sente a proprio agio nell’affermare che tutti nel proprio Paese hanno uguale accesso alle cure e ai servizi medici, mentre il 44% arriva addirittura a definire il proprio sistema “ingiusto”.
Nonostante questa opinione generale, la fiducia negli attori del sistema sanitario rimane forte. I Medici di Medicina Generale (69%) e i farmacisti (58%) continuano a essere tra le figure più affidabili in ambito sanitario, molto più di Google (20%), dell’Intelligenza Artificiale (15%) e degli influencer della sanità online (11%).
Apertura verso l’intelligenza artificiale, ma senza sostituzione del rapporto con medico e farmacista
Anche se la fiducia nell’Intelligenza Artificiale non è ancora diffusa, l’apertura verso questa tecnologia è in costante crescita. Oggi, il 39% delle persone può già immaginare di rivolgersi all’Intelligenza Artificiale per ottenere consigli medici invece di farsi visitare dal medico. I cittadini danesi (48%) e svedesi (47%) sono particolarmente aperti a questa idea.
Un altro 25% afferma di potersi rivolgere all’IA in futuro, quando la tecnologia sarà ulteriormente maturata. In tutta Europa, le persone indicano principalmente una migliore accessibilità e disponibilità come motivi principali della loro apertura verso l’IA – il 49% dichiara che questi sono vantaggi significativi. Inoltre, il 45% ritiene che l’IA renda l’assistenza sanitaria più conveniente ed efficiente in termini di tempo, in quanto potrebbe ridurre la necessità di rivolgersi a un medico per ogni piccolo disturbo.
Tuttavia, l’interazione personale rimane un fattore decisivo per la fiducia nelle questioni sanitarie, trasformando medici e farmacisti in facilitatori di cure autogestite.
*Ricerca anonima, da febbraio a marzo 2025, su un campione di 1.000-2.000 intervistati provenienti da Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Kazakistan, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Uzbekistan.