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Microbiota intestino

Trapianto fecale, applicazioni attuali e prospettive future

Nicola Segata, genetista dell'Università di Trento fa il punto sulle applicazioni attuali di questa tecnica e sulle frontiere delle ricerche in corso

Il trapianto di microbiota fecale (FMT) rappresenta una strategia terapeutica emergente nel trattamento di patologie legate a disbiosi intestinale, comprense le infezioni resistenti agli antibiotici. In Italia, l’interesse clinico e scientifico verso questa procedura è in crescita, sebbene persistano limiti normativi e organizzativi. Nicola Segata, genetista presso il dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento, spiega:

il trapianto fecale è il trasferimento di materiale fecale da una persona sana, accuratamente selezionata come donatore, a un paziente. In Italia è tecnicamente considerato un trapianto di tessuto. Può essere effettuato attraverso gastroscopia, colonscopia o, più recentemente, tramite capsule contenenti materiale fecale liofilizzato. È una pratica clinica sviluppatasi grazie alla crescente comprensione dell’importanza del microbioma nella medicina moderna.”

Quali sono le applicazioni cliniche più consolidate?

la prima e più riconosciuta applicazione è il trattamento delle infezioni da Clostridioides difficile resistenti agli antibiotici. È raccomandato in seconda linea, quando l’infezione non risponde agli antibiotici tradizionali. I risultati sono stati talmente impressionanti che molti trial clinici hanno dovuto interrompere il braccio di controllo per ragioni etiche. Parliamo di una riduzione della mortalità dall’80-90% al 10-20%. Il successo è tale che si sta considerando di introdurlo come terapia di prima linea per queste infezioni ospedaliere.”

Come funziona il meccanismo d’azione?

il paziente con infezione resistente continua a ricevere antibiotici che eliminano tutti i batteri del microbioma tranne il C. difficile, che rimane resistente. Il paziente si ritrova con un microbiota intestinale praticamente assente, dominato solo da questo patogeno. Ripopolando l’intestino con un microbioma sano, si crea una competizione ecologica per le risorse, e il C. difficile viene naturalmente soppiantato e ridotto in abbondanza.”

Quali sono le sfide nell’implementazione ospedaliera?

non è semplice adottare questa pratica. Serve uno screening microbiologico molto rigoroso del donatore per escludere altre infezioni, e ci sono complessità organizzative che coinvolgono microbiologia e vari dipartimenti ospedalieri, oltre a questioni normative. In Italia attualmente una decina di ospedali hanno l’autorizzazione, come L’IRCCS Fondazione Policlinico Gemelli di Roma che ha fatto da pioniere nel maggior numero di interventi.”

La ricerca si sta estendendo ad altre patologie?

stiamo studiando applicazioni in oncologia, ad esempio per trattare gli effetti collaterali della chemioterapia, come la diarrea severa che spesso costringe a interrompere le cure (1). Ma ancora più promettente è il campo dell’immunoterapia oncologica (2)  Poiché il microbiota influenza il sistema immunitario, stiamo vedendo che pazienti non responsivi all’immunoterapia possono iniziare a rispondere dopo il trapianto fecale. È una frontiera molto avveniristica.”

Come misurate l’efficacia del trapianto?

utilizziamo tecniche di metagenomica per quantificare l’attecchimento del microbiota del donatore nel ricevente. Consideri che due persone senza legami familiari o contatti diretti non condividono quasi nessun ceppo microbico. I nostri metodi computazionali ci permettono di vedere quanto del microbioma specifico del donatore attecchisce, con percentuali che vanno dal 20-30% fino al 70-80%, a seconda della malattia e dello stato del paziente ( 3).”

Quali sono le prospettive future per il FMT?

alcune aziende stanno sviluppando prodotti che si ispirano al trapianto fecale ma evitano le problematiche logistiche e regolamentari, coltivando i ceppi intestinali più diffusi come una nuova generazione di probiotici. I risultati sono promettenti, ma non raggiungono ancora il successo del trapianto fecale tradizionale. Questo ci dice che dobbiamo studiare meglio perché il FMT funziona e identificare le caratteristiche del donatore ideale, verso una medicina personalizzata.”

Cosa dovrebbero sapere i medici di medicina generale sul FMT?

pur non essendo una pratica da medicina generale, questo ci insegna quanto sia cruciale il microbioma per salute e malattia. È fondamentale un uso responsabile degli antibiotici, evitando abusi che favoriscono l’emergenza di superbatteri. E naturalmente mantenere il microbioma in salute attraverso una dieta equilibrata, che è importante anche per prevenire le infezioni stesse.”

Bibliografia

  1. https://www.nature.com/articles/s41467-020-18127-y
  2. https://www.nature.com/articles/s41591-023-02453-x
  3. https://www.nature.com/articles/s41591-022-01964-3
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Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.

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