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Dolcificanti, pochi dati disponibili per valutarne i benefici

Sostituire lo zucchero con prodotti dolcificanti è utile alla salute? Porta solo limitati benefici o può essere addirittura dannoso? La risposta a questa domanda non è di poco conto, vista l’ampia diffusione di questi prodotti e il potenziale impatto che hanno su fattori importanti per la prevenzione, come il controllo della glicemia e la riduzione del peso corporeo. Un tema che riguarda non solo il consumo di zucchero nelle bevande, ma anche il cibo prodotto dall’industria alimentare.

Per questo un team internazionale di ricercatori ha condotto una revisione sistematica, con la metodologia Cochrane, degli studi che hanno verificato gli effetti sullo stato di salute dell’uso di dolcificanti invece dello zucchero. Gli studi presi in considerazione includevano adulti e bambini sani, con o senza problemi di sovrappeso e obesità. Inoltre doveva essere specificato il dolcificante usato, le dosi dovevano essere compatibili con l’assunzione quotidiana di zucchero e lo studio doveva avere una durata di almeno sette giorni. Su un totale di 13.941 risultati della ricerca sulle banche dati mediche sono stati selezionati 56 studi.

Gli autori della ricerca si sono proposti di verificare gli effetti dell’assunzione dei dolcificanti sul peso corporeo o indice di massa corporea, sul controllo glicemico, sulla salute orale, sul comportamento alimentare e quindi i possibili effetti sull’incidenza di cancro, malattie cardiovascolari, malattie renali, umore, comportamento, capacità cognitive. Infine sono stati presi in considerazione gli effetti negativi per la salute.

Il risultato dell’analisi, pubblicato sul British Medical Journal, è un limitato effetto dei dolcificanti sull’indice di massa corporea (differenza media -0,6, IC 95% da -1,19 a -0,01, due studi, n = 174 ) e sulla glicemia a digiuno (-0,16 mmol/L, da -0,26 a -0,06; due, n = 52).

Per tutti gli altri outcomes non sono state rilevate differenze tra l’uso e il non utilizzo dei dolcificanti. Non sono emerse evidenze di effetti positivi dei dolcificanti su adulti o bambini in sovrappeso o obesi che cercavano attivamente di perdere peso.

Un risultato non eclatante, che però gli autori attribuiscono soprattutto alla scarsa qualità degli studi finora disponibili. Un editoriale di commento si intitola significativamente: “Dalla valutazione delle prove emergono benefici, ma il quadro complessivo deve ancora essere tracciato.”

“Dei pochi studi identificati per ciascun outcome – scrivono gli autori nelle conclusioni – la maggior parte aveva pochi partecipanti, erano di breve durata e la loro qualità metodologica e di segnalazione era limitata; pertanto, l’affidabilità dei risultati è limitata.”

Di qui la necessità, secondo gli autori, di valutare i dolcificanti con studi che abbiano una durata sufficiente a verificarne gli effetti e un’impostazione tale da garantire l’affidabilità dei risultati.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.