Salute mentale in carcere, nuovo percorso terapeutico
Si è conclusa la prima fase del progetto “Insieme – carcere e salute mentale” promosso dalla Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria, con il patrocinio della Società Italiana di Psichiatria e della Società Italiana di Psichiatria delle Dipendenze e con il supporto incondizionato di Otsuka e Lundbeck.
Il progetto, avviato nel 2016, ha interessato 16 istituti penitenziari italiani, giungendo alla pubblicazione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per la gestione unitaria e multidisciplinare dei disturbi psichiatrici nelle carceri italiane.
“Il progetto ha il grande valore di aver elaborato un percorso terapeutico-assistenziale volto a identificare modelli di intervento omogenei nelle carceri italiane, pur nel rispetto delle diversità locali.” afferma Luciano Lucania, Presidente della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria, “Questo perché ciò che accomuna tutte le situazioni, vale a dire la privazione della libertà e l’ambiente carcerario stesso, sono fonte di grande stress che può portare a sviluppare o ad acuire i disturbi psichiatrici, con particolare riferimento a quelli psicotici, della personalità e depressione”.
Secondo le ultime stime il 4% dei detenuti è affetto da disturbi psicotici contro l’1% della popolazione generale; la depressione colpisce il 10% dei reclusi, mentre il 65% convive con un disturbo della personalità. Significativa la percentuale di popolazione carceraria che soffre di disturbo da stress post-traumatico, con particolare riferimento ai detenuti migranti: si parla del 4-20% vs il 2° della popolazione generale.
Per Enrico Zanalda, Presidente della Società Italiana di Psichiatria, “la mancanza di dati epidemiologici precisi relativi al disagio mentale tra i detenuti è da sempre un problema molto sentito e uno dei grandi passi avanti compiuti grazie al progetto INSIEME è proprio quello di aver prestato attenzione ai concreti bisogni dei detenuti con problemi mentali, intendendo con questo sia necessità cliniche, sia giuridiche, in un circolo virtuoso che vede correlati e il sistema penitenziario e quello sanitario, l’uno consapevole e rispettoso delle dinamiche dell’altro, con l’obiettivo comune del recupero e del futuro reinserimento del paziente nella società”.
Il progetto “Insieme – Carcere e salute mentale” prosegue nel 2020. L’impegno del board scientifico e delle aziende sponsor si concentrerà sulla realizzazione di una nuova fase progettuale che identifichi un percorso formativo rivolto agli operatori.