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Covid-19 e fame nel mondo, cresce l’insicurezza alimentare

La denutrizione e l’insicurezza alimentare sono cresciuti nel mondo nell’ultimo anno, con la pandemia da Covid-19 che ha aggravato i problemi dei paesi più esposti alla piaga della fame. Il rapporto della FAO su “sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo”  (SOFI 2021) ha rivelato che nel 2020 sono state 811 milioni le persone che non hanno avuto abbastanza da mangiare, con una crescita di 118 milioni rispetto all’anno precedente.

L’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, sottoscritta da 193 paesi nel mondo, che prevede di “sradicare la fame e tutte le forme di malnutrizione ovunque nel mondo nei prossimi 15 anni” appare sempre più lontano e irrealistico. D’altro canto, lo scenario che si è venuto a creare richiede con urgenza interventi a livello globale, per prevenire e combattere le crisi alimentari.

Il pre-summit del Food Systems 2021

In questi giorni a Roma si tiene il summit preparatorio del Food Systems Summit 2021 delle Nazioni Unite, che si svolgerà a settembre a New York. Il pre-summit coinvolge oltre a politici di tutti i continenti, anche agricoltori, ricercatori, rappresentanti della società civile e dell’industria dell’alimentare. Il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi ha detto:

Questo pre-summit è occasione per trasformare il modo in cui pensiamo, produciamo e consumiamo cibo, a livello globale”

Una risposta efficace all’insicurezza alimentare implica decisioni sulle politiche agricole a livello globale e sul ruolo che dovranno avere le tecnologie nella produzione del cibo. E proprio su questo punto si sono espresse in modo polemico associazioni ambientaliste e della cooperazione, che hanno addirittura organizzato un controvertice a Roma.

Secondo Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria impegnata nella lotta alla malnutrizione infantile: “Mentre la FAO e molte ricerche hanno dimostrato il ruolo essenziale dell’agroecologia per rispondere alle sfide sociali, alimentari e ambientali contemporanee, gli organizzatori del summit stanno virando su una forma di agricoltura ‘high-tech’ che riteniamo vada a scapito del diritto al cibo e dell’autosufficienza dei piccoli produttori.”

Gli fa eco Carlo Petrini, presidente e fondatore Slow Food, che aderisce al controsummit e sostiene che “Il progetto di cambiare i sistemi alimentari e agricoli in senso autenticamente sostenibile può solo marciare sulle gambe di milioni di persone che nell’economia locale portano avanti questa trasformazione ambiziosa e utile.”

I numeri del rapporto della FAO sull’insicurezza alimentare nel mondo

Il grafico sulla prevalenza della sottonutrizione del rapporto SOFI 2021 mostra un incremento dell’1,5% in un solo anno. Le persone che hanno dovuto affrontare la fame nel 2020 sono state tra 720 e 811 milioni, con un incremento di circa 118 milioni rispetto al 2019 (considerando un valore mediano) o addirittura di 161 milioni, considerando il limite superiore della proiezione.

Più della metà delle persone denutrite nel mondo si trova in Asia (418 milioni) e più di un terzo in Africa (282 milioni). Rispetto al 2019, circa 46 milioni di persone in più sono state colpite dalla fame in Africa, 57 milioni in più in Asia e circa 14 milioni in più in America Latina e nei Caraibi.

 

A questi numeri va aggiunto che quasi una persona su tre nel mondo (2,37 miliardi in tutto) non ha avuto accesso a un’alimentazione adeguata nel 2020, con un aumento di quasi 320 milioni di persone in un solo anno. Quasi il 12% della popolazione mondiale è stata gravemente insicura dal punto di vista alimentare nel 2020 (928 milioni di persone, 148 milioni in più rispetto al 2019). Inoltre il reddito basso non consente a circa 3 miliardi di persone di avere accesso a un cibo sano.

Le cause principali: guerre, cambiamenti climatici, crisi economiche

I principali fattori di insicurezza alimentare e malnutrizione, indicati dal rapporto della FAO sono le guerre, la variabilità climatica e i fenomeni estremi, oltre alle crisi economiche. Fattori aggravati dal COVID-19 e che sempre più spesso si trovano in contemporanea.

Nel 2020, quasi tutti i paesi a basso e medio reddito sono stati colpiti da recessioni economiche indotte dalla pandemia e l’aumento del numero di persone denutrite in questi paesi è stato più di cinque volte superiore al più alto aumento della denutrizione negli ultimi due decenni.

I percorsi da seguire per invertire il trend attuale della sicurezza alimentare nel mondo

Il rapporto FAO indica sei percorsi da seguire verso la trasformazione dei sistemi alimentari:

  • integrazione delle politiche umanitarie, di sviluppo e di costruzione della pace nelle aree colpite dai conflitti;
  • aumentare la resilienza climatica nei sistemi alimentari;
  • rafforzare la resilienza dei più vulnerabili alle avversità economiche;
  • intervenire lungo le filiere alimentari per abbassare il costo degli alimenti nutrienti;
  • affrontare la povertà e le disuguaglianze strutturali, garantendo interventi inclusivi a favore dei poveri;
  • estendere le zone dove si produce il cibo e modificare il comportamento dei consumatori per promuovere modelli alimentari con impatti positivi sulla salute umana e sull’ambiente.

Si legge a conclusione dei “messaggi chiave” del rapporto FAO:

Il 2020 è stata una sfida immensa per il mondo, dovrebbe anche essere un avvertimento sulla possibilità che si verifichino eventi catastrofici nel futuro se il mondo non si impegna in azioni più risolute per cambiare rotta. I principali fattori che determinano i trend attuali in fatto di sicurezza alimentare e nutrizione hanno ciascuno la propria traiettoria o ciclicità, il che garantisce che continueranno a verificarsi e potrebbero persino peggiorare nei prossimi anni.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.