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Sanità integrativa, che cosa chiedono i medici convenzionati

  • Alessandro Visca
  • Sanità

La dottoressa Maria Rita Vannetti (nella foto), Medico Chirurgo Odontoiatra, Presidente di ANOMeC (Associazione Naz. Odontoiatri e Medici Convenzionati) spiega quali sono le criticità del rapporto tra medici e società assicurative, che hanno portato anche ad esposti e a proposte di legge.

Dottoressa Vannetti qual è la situazione dei rapporti del mondo medico con le assicurazioni nell’ambito della sanità integrativa?

“Purtroppo la situazione non è affatto buona: nonostante i molteplici appelli che da varie associazioni mediche si sono levati per denunciare situazioni vessatorie e penalizzati per la professionalità dei medici, non è arrivata alcuna risposta, nessuna apertura al dialogo o ad un costruttivo confronto con la categoria medica. Le assicurazioni definiscono unilateralmente le regole, che poi cambiano a loro piacimento e l’unica proposta che arriva al mondo degli operatori sanitari è: prendere o lasciare.”

Quali sono le storture principali che rendono questo rapporto iniquo per la classe medica?

“La nostra più grande preoccupazione come medici e odontoiatri è la salute dei nostri pazienti. Ora è ben noto che le polizze sanitarie di cui stiamo parlando per esempio penalizzano, o escludono totalmente in molti casi, le forme di assistenza indiretta. Cioè non viene riconosciuto rimborso se il paziente si rivolge ad un medico non convenzionato con le assicurazioni.

Ciò induce molti pazienti a cambiare il curante di cui si fidano e che ben li conosce, per non perdere i benefici economici, oppure a dover pagare tutto l’onorario di tasca propria pur pagando una polizza sanitaria. Queste limitazioni della libertà di scelta da parte del paziente è un fatto molto grave dato che il rapporto medico-paziente è qualcosa di molto particolare che deve essere tutelato come l’intero diritto alla salute.”

Ci sono altri aspetti negativi per i medici e per i pazienti?

“Assolutamente sì. Le assicurazioni non si limitano ad agire nel loro ambito comunicando gli importi dei rimborsi che sono in grado di erogare, ma pretendono di fissare loro i tariffari delle prestazioni che i medici devono poi erogare.

Questi tariffari, decisi senza nessuna consultazione coi rappresentanti dei medici, sono sempre molto inferiori a quelli in uso e non tengono minimamente in considerazione le differenze che invece ci sono e riguardano l’esperienza, le dotazioni strumentali, le capacità, ma anche le aree geografiche. Le tariffe sono uguali per tutti in tutta Italia, sia che si tratti di un professionista con 20 o 30 anni di esperienza o di un neo-laureato, di un plurispecialista o di un collega alle prime armi. In aperta violazione dell’articolo 54 del Titolo IV del Codice Deontologico dell’Ordine dei Medici che recita:

Il medico nel perseguire il decoro dell’esercizio professionale, ed il principio dell’intesa preventiva, commisura l’onorario alla difficoltà ed alla complessità dell’opera professionale, alle competenze richieste ed ai mezzi impiegati, tutelando la qualità e la sicurezza professionale”

 E quindi?

“La mortificazione che i medici vivono a seguito di queste gravi storture non è un sentimento positivo ovviamente. Per poter sopravvivere si deve adattare il proprio lavoro al budget “concesso” dalle assicurazioni tagliando su tutto: tempi di lavoro per ogni singola prestazione, dotazioni tecniche, aggiornamenti, in parole povere qualità. E anche questa non è una buona notizia per i pazienti.”

Come vede il futuro?

“Se non si cambia la situazione si andrà verso una Sanità (integrativa) dei ricchi che andranno nei centri non convenzionati e saranno in grado di pagare cure di alta qualità e una sanità di pazienti convenzionati che andranno nei centri che avranno adattato la loro operatività ai budget minimali concessi dalle assicurazioni.”

Come pensa si possa evitare tutto questo?

Ognuno deve fare la sua parte:

  • le assicurazioni devono decidere, in base al loro budget quanto sono in grado di erogare in termini di contributi ai pazienti assicurati e non devono andare oltre.
  • I medici devono essere liberi di valutare le proprie prestazioni in base ai loro propri criteri medico-scientifici.
  • Il paziente deve essere libero di scegliere da chi farsi curare, sia esso convenzionato o no, sapendo che comunque l’Assicurazione gli garantirà sempre lo stesso contributo in forma diretta o indiretta.

Sono state intraprese delle iniziative per cercare di ottenere questi obiettivi?

“Molte associazioni sindacali e scientifiche hanno espresso chiaramente la loro contrarietà nei confronti dello stato di cose. Molti Ordini Provinciali si sono espressi ufficialmente insieme alla CAO Nazionale chiedendo al Legislatore di definire delle norme che tutelino i pazienti ed i medici e limitando il campo d’azione delle assicurazioni agli ambiti che sono loro propri senza invadere quelli altrui.”

Ma in concreto?

“È stato presentando un Esposto alla Commissione Antitrust per violazione di molte norme sulla concorrenza, nazionali ed europee. La Commissione ha recentemente aperto un’istruttoria. È stato presentato anche un Disegno di Legge in Parlamento, che ha ottenuto consenso iniziale da un ampio schieramento di forze dell’Arco Costituzionale. Entrambi i documenti sono stati preparati dal Prof. Pietro Ichino, una delle massime autorità nell’ambito della legislazione di interesse sociale. Da sottolineare che anche da parte dei pazienti c’è stata un’importante iniziativa contro l’attuale strutturazione delle polizze sanitarie. In particolare Altro Consumo ha presentato all’Antitrust un altro Esposto, precedentemente al nostro, corredato da migliaia di casi di pazienti che hanno subito danni per i comportamenti delle assicurazioni. Anche in questo caso la Commissione ha aperto un’istruttoria.”

Esistono anche risvolti penali in certi comportamenti delle assicurazioni?

“Purtroppo sì. Ben due Ordini Provinciali (Milano e Cuneo) hanno presentato esposti questa volta in Procura, perché sono stati rilevati casi di interferenza delle Assicurazioni nei piani di cura predisposti da alcuni medici configurando il reato di Abuso della Professione Medica. Questo è un grave rischio che tutti corrono: medici, ma soprattutto pazienti, che dovrebbero essere veramente avvertiti che c’è una grande differenza tra affidare la propria salute al senso di responsabilità ed alla professionalità di un medico oppure al bilancio di un’assicurazione.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.