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Sanità, un decalogo per recuperare i ritardi causati dalla pandemia

  • Alessandro Visca
  • Sanità

Alla ripartenza dopo l’emergenza Covid-19 per il nostro sistema sanitario deve affrontare la sfida degli effetti indiretti della pandemia. Nel 2020 più di 1 milione e 300mila prestazioni ospedaliere (tra interventi e ricoveri) e quasi 145mila visite specialistiche non sono state effettuate a causa delle difficoltà organizzative delle strutture sotto pressione, ma anche per la paura del contagio, che ha generato nei pazienti diffidenza, in gran parte ingiustificata, nei confronti delle strutture sanitarie. Questo dato, unito al calo significativo delle attività di screening, non potrà non incidere sugli esiti di patologie, come quelle oncologiche e cerebrocardiovascolari, dove i ritardi nella diagnosi e nella cura condizionano l’esito della malattia.

Una sfida che si può vincere supportando la professionalità di medici e operatori sanitari con nuovi modelli organizzativi e sfruttando al meglio le possibilità offerte dalle tecnologie digitali in campo medico-sanitario.

Questo il quadro complessivo che è emerso dalla presentazione della campagna di sensibilizzazione: “La mia salute non può aspettare”, promossa da Johnson&Johnson Medical Italia in collaborazione con numerose Associazioni di Pazienti, Società Scientifiche e Organizzazioni Professionali.

Rapporto del GIMBE: il confronto tra le prestazione nel 2020 e quelle dell’anno precedente

I dati da cui parte la campagna sono contenuti nel Report Osservatorio GIMBE 1/2021.

Il GIMBE ha condotto due tipi di analisi. La prima, di carattere generale, ha confrontato i ricoveri ospedalieri (per DRG medici e chirurgici) e le prestazioni di specialistica ambulatoriale erogati nel 2020 con quelli erogati l’anno precedente. Nella seconda sono state confrontate le prestazioni in alcune specifiche aree cliniche.

  • Tumore della mammella
  • Tumore del colon-retto
  • Patologie tempo dipendenti (infarto miocardico acuto e ictus ischemico)
  • Obesità e chirurgia bariatrica
  • Ortopedia (protesica)

Le fonti a cui attinge il report del GIMBE sono: il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021 della Corte dei Conti, il Sistema di valutazione della capacità di resilienza del sistema sanitario nazionale dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AgeNaS) e il Rapporto sui ritardi accumulati dai programmi di screening Italiani in seguito alla pandemia da Covid 19 Osservatorio Nazionale Screening (ONS).

Lo scenario generale che emerge dal rapporto è riassunto nelle tabelle che seguono

Differenza fra i volumi erogati nel 2020 rispetto al 2019 per DRG medici e chirurgici: Fonte GIMBE 2021

Nel 2020 gli ospedali italiani hanno effettuato 1,3 milioni di ricoveri in meno (-17%) rispetto all’anno precedente, di questi il 52,4% sono ricoveri medici e il 47,6% chirurgici.

Differenza fra i volumi di specialistica ambulatoriale erogati nel 2020 rispetto al 2019. Fonte GIMBE 2021

Le visite specialistiche ambulatoriali sono state 144,5 milioni in meno nel 2020, di cui la maggior parte (90,2%) in strutture pubbliche. La quota più rilevante riguarda gli esami di laboratorio (62,6% del totale delle prestazioni in meno rispetto al 2019), seguita dalla diagnostica (13,9%), dalle visite (12,9%) e infine, più distaccate, dall’area della riabilitazione (5,8%) e da quella terapeutica (4,9%).

Le differenze regionali

Un altro dato, analizzato dal Rapporto GIMBE, fa emergere notevoli differenze fra le Regioni Italiane, si tratta delle visite specialistiche di controllo in ambito oncologico (identificabili attraverso il codice di esenzione per neoplasia 048), per le quali secondo i dati AgeNaS si è verificata una netta riduzione. Il calo nell’erogazione di queste prestazioni è avvenuto in tutte le Regioni italiane, ma in modo non omogeneo sul territorio nazionale e con rilevanti differenze regionali: da -3% delle P.A. di Trento a -60,3% della Basilicata

Variazione percentuale dei volumi di visite di controllo per neoplasia (esenzione 048) erogate nel 2020 vs 2019. Fonte 2021

Numeri preoccupanti emergono anche dai focus sulle diverse aree cliniche. Per esempio gli interventi chirurgici per tumore alla mammella nel periodo marzo-giugno 2020 in Italia sono stati il 24,4% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quelli per tumore al colon il 34,9% in meno, quelli per tumore al retto il 18,6% in meno. Anche questi sono dati che rappresentano la media nazionale con notevoli differenze da Regione a Regione. Un confronto analogo mostra anche il 22,2% di ricoveri in meno per infarto miocardico acuto e il 23,2% per ictus.

Pesanti riduzioni riguardano anche gli esami di screening. Nell’anno 2020 sono stati effettuati il 37,6% (media nazionale) in meno di test di screening mammografico rispetto all’anno precedente e il 45,5% in meno di test di screening colorettali. Spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE

I dati analizzati mostrano come in tutte le Regioni si sia registrata una notevole riduzione degli interventi chirurgici soprattutto di quelli programmati, anche in aree, come quella oncologica, dove la tempestività dell’intervento è fondamentale per la prognosi dei pazienti. L’impatto sulla salute rischia di essere rilevante, anche se difficile da stimare, e potrebbe riguardare molti pazienti”

Il decalogo per la ripresa

La campagna di sensibilizzazione: “La mia salute non può aspettare” comprende un sito, dove, oltre a numerose indicazioni pratiche, si trovano le videointerviste agli esponenti di associazioni e società scientifiche spiegano che spiegano l’importanza di non rimandare né interrompere le cure e di effettuare i test di screening.

Le associazioni dei pazienti e le società scientifiche hanno anche elaborato un decalogo che contiene raccomandazioni alle istituzioni chiamate a definire le priorità del sistema sanitario per la ripartenza

Nel breve termine

  • Rassicurazione sull’attenzione e sulle misure messe in atto dalle strutture sanitarie per prevenire il contagio da COVID-19
  • Conferma dell’importanza della ripresa delle cure per evitare il peggioramento delle condizioni cliniche dei pazienti
  • Volontà di riprendere l’operatività normale ante COVID-19
  • Dare priorità alle necessità cliniche più urgenti
  • Il ruolo della telemedicina come possibile supporto per riprendere il contatto del paziente con il contesto sanitario e alleggerire il carico sull’ospedale
  • Dialogo costruttivo con le Istituzioni per favorire la ripresa delle cure, grazie anche  alle risorse previste all’interno  del PNRR

Nel medio termine

  • Sanità digitale come mezzo per incrementare l’efficienza del sistema della sanità
  • Sanità digitale come fonte di dati per migliorare l’appropriatezza terapeutica e la risposta ai bisogni dei pazienti.
  • Definire il ruolo dell’ospedale come riferimento per il trattamento dell’acuto e considerare l’inserimento di nuove professionalità per compiere la transizione digitale.
  • Rafforzare la rete, sia di tipo virtuale sia sul territorio, per gestire la cronicità, oltre che la parte diagnostica e di follow-up.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.