Declino cognitivo, una piattaforma digitale per allenare la mente
Una piattaforma digitale e quattro diverse App per fare riabilitazione e stimolazione e preservare l’indice di riserva cognitiva. Si chiama “e-MemoryCare” ed è un progetto ideato da una studentessa di psicologia, Marianna Messina, che si avvale di un Advisory Board scientifico composto da psicologi, psichiatri, neurologi, nutrizionisti, fisiatri, cardiologi, neuro-psicologi ed economisti. L’iniziativa è patrocinata da Senior Italia FederAnziani.
La piattaforma propone diversi esercizi in grado di attivare una una stimolazione non solo sulla sfera conoscitiva, ma anche su quella affettiva, sociale, comportamentale e relazionale. L’obiettivo è prevenire, con una metodica non farmacologica, le ospedalizzazioni e i ricoveri in strutture protette, mantenere una buona qualità di vita al paziente e al tempo stesso assicurare risparmi all’intero sistema sanitario nazionale. Marianna Messina, ideatrice del progetto spiega:
e-MemoryCare è costituito da un percorso personalizzato che tiene conto delle esigenze del singolo paziente Prevede la somministrazione di immagini e concetti personalizzati per ciascun paziente e l’obiettivo finale è favorire l’utilizzo e il mantenimento dell’indice di riserva cognitiva (CRI). Grazie alle nuove tecnologie è possibile aiutare la persona a fissare, memorizzare e riconoscere, simboli, volti, paesaggi, immagini e a trattenere concetti, nozioni e informazioni del suo se, della sua vita presente.
La piattaforma è di facile accesso e può essere utilizzata da pazienti, familiari, RSA, centri specializzati, medici, farmacisti, istituti di ricerca soprattutto dagli psicologi che in Italia sono 117.000 e saranno loro i prescelti dai pazienti. Attraverso il progetto si potranno inoltre recuperare preziosi Big Data sul deficit cognitivo che potranno poi essere utili per la ricerca clinica. Sono già iniziati i corsi di formazione per gli psicologi d’intensa con il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi. Il progetto diventerà operativo da ottobre”.
Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Neuropsico-farmacologia e Co-presidente Società Italiana di Psichiatria Geriatrica, aggiunge:
È un progetto che porta un contributo effettivo a persone con un decadimento cognitivo importante. Si tratta di un percorso di aiuto concreto attraverso le condizioni di ricostruzione autobiografica o della capacità di stimolare reminiscenze. Può aiutare non solo a “perfezionare” alcune competenze cognitive ma anche a migliorare le condizioni di umore e comunicazione con gli altri”.
Alessandro Padovani, Direttore della Clinica Neurologica e Direttore Scuola Specialità in Neurologia dell’Università di Brescia, sottolinea:
È un progetto tecnologico e innovativo che si pone due grandi obiettivi. Il primo è quello di aprire una luce su un problema rilevante come quello delle demenze e più in generale il decadimento cognitivo. Il secondo aspetto fondamentale è dare una risposta di intervento con una presa in cura o in carico che permette di contrastare il decadimento e soprattutto la sua progressione”.
David Lazzari, Presidente del CNOP Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, aggiunge:
L’attenzione verso gli anziani va coniugata con la messa a punto di programmi basati sulle evidenze per ridurre i problemi e migliorare la qualità della vita. Gli aspetti psicologici devono avere la giusta attenzione come nel caso di questo progetto”.
Francesco Fazio, presidente del comitato scientifico di Senior Italia Federanziani, ricorda:
Il deficit cognitivo è uno dei grandi problemi sociosanitari legati alla terza età. È una condizione che provoca la progressiva compromissione delle funzioni conoscitive in modo tale da pregiudicare il mantenimento di una vita autonoma e soprattutto di arrivare a fine vita in casa propria. I dati e le previsioni delle autorità sanitarie internazionali sono francamente preoccupanti. Si calcola che in tutto il Pianeta il numero dei pazienti raddoppierà nel 2030 e triplicherà nel 2050 con 7,7 milioni di nuovi casi all’anno. L’impatto economico sui vari sistemi sanitari sarà di circa 604 miliardi di dollari l’anno. Non va poi mai dimenticato che l’Italia è uno dei Paesi più “anziani” del mondo. Quindi è necessario avviare nel nostro Paese progetti innovativi in grado di ritardare il più possibile il deficit cognitivo”.