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Salute delle donne, i rischi del carico eccessivo tra famiglia e lavoro

Stress e mancanza di tempo da dedicare a sé stesse e al riposo. Questi fattori, in misura maggiore rispetto agli uomini, sono una minaccia per la salute delle donne. È quanto emerge dalla VII Conferenza nazionale della Fondazione Onda, dedicata ai fattori sociali che determinano la salute, nell’ambito della medicina di genere.

Meno tempo libero per le donne rispetto agli uomini

Un ritmo di vita pesante, con il carico delle incombenze domestiche e delle responsabilità familiari, aumenta, specie nelle madri lavoratrici, il livello di stress cronico. Il confronto con gli uomini è significativo. Per combinare responsabilità professionali e vita familiare le donne dedicano mediamente 8 ore e 20 minuti, ogni giorno, a svolgere lavoro (pagato e non pagato), rispetto alle 7 ore e 29 minuti dei padri che lavorano. In media le mamme che lavorano, nella fascia di età 25-44 anni, dispongono di 2 ore e 35 minuti di tempo libero al giorno.

Le conseguenze per la salute

Lo stress cronico al quale sono sottoposte le donne nelle varie fasi della vita, dalla maternità all’età più matura, con il carico di famiglia, lavoro, assistenza a familiari e anziani, può condurre nel tempo a depressione, il cui rischio nella popolazione femminile è doppio rispetto a quello degli uomini. Non solo: lo stress aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche, asma, artrite e malattie autoimmuni. Spiega Claudio Mencacci, Società Italiana di Neuropsicofarmacologia:

Tra le determinanti dello stress cronico vi è certamente la mancanza di sonno, che riguarda in particolare le madri lavoratrici. Questo è in parte dovuto a fattori biologici in quanto i cambiamenti ormonali che sopraggiungono durante il periodo premestruale aumentano il tasso di insonnia e disturbi del sonno. Inoltre durante la gravidanza, e nel periodo successivo, gli ormoni sessuali femminili comportano un sonno più leggero, con una durata inferiore della fase REM. A ciò si aggiunge il ruolo decisivo dell’aspetto socioculturale, dal momento che in genere sono le mamme a prendersi cura dei bambini durante la notte”

I costi sottovalutati dell’assistenza familiare

Secondo uno studio tedesco, nei primi anni della vita di un bambino una madre perde in media 44 minuti di sonno per notte, contro i 14 del padre.A complicare ulteriormente la situazione c’è il fatto che le donne tendono a non farsi aiutare o a chiedere aiuto, e considerano la carenza di sonno come normale, sottovalutando il problema.

Altra categoria particolarmente a rischio è quella dei caregiver, di un familiare disabile o di un anziano. Nella maggioranza dei casi, la figura del caregiver è femminile, con una età compresa tra 45 e 55 anni. Le caregiver sono caratterizzate da un alto livello di stress, e sono quindi più esposte al rischio di sintomi gravi di depressione, sintomi fisici in particolare a livello di sistema nervoso e del sistema immunitario, alimentazione irregolare, abitudini sedentarie.

La difficoltà di gestione delle incombenze familiari può anche interferire con l’accesso ad alcune cure oncologiche, quando queste sono erogate in una regione diversa da quella di residenza, e diventare incompatibile con trasferimenti anche temporanei, obbligando in molti casi le pazienti a rinunciare alle terapie.

Redazione

articolo a cura della redazione