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Verso la nuova stagione influenzale, con un occhio al Covid

Le previsioni parlano di 5-6 milioni di casi legati alla variante H1N1, più una decina di milioni per i virus parainfluenzali. Da tenere in conto la concomitanza con la diffusione del SARS-CoV-2

“Influenza e coronavirus: che cosa ci aspetta?”: si può immaginare che sia questa la domanda che hanno in mente molti italiani all’approssimarsi della stagione fredda, considerando anche la pesante esperienza degli anni di pandemia da Covid-19. A fare il punto delle aspettative e dei timori dei nostri connazionali ci ha pensato la ricerca demoscopica condotta da Human Highway per conto di Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica.

Anziani ancora preoccupati per la diffusione del Covid

La prima istantanea complessiva della situazione la offre il seguente dato: il 60% circa degli intervistati è consapevole che il virus SARS-CoV-2 è ancora in circolazione, e che ricompare in varianti sempre nuove. A temere che i virus influenzali possano essere più virulenti e contagiosi, con un significativo impatto sulla vita quotidiana, è la metà circa del campione, ma tale percentuale sale al 66% se si considerano le risposte delle donne. Gli uomini sono più ottimisti: i preoccupati rappresentano poco meno di un terzo del totale. Interessanti anche i dati disaggregati per diverse fasce di età: mentre tra gli over 65 prevale la preoccupazione – quasi il 70% crede che il virus continuerà a presentarsi con nuove varianti –, tra i più giovani, gli intervistati sotto i 24 anni di età, addirittura il 35% ritiene che il SARS-CoV-2 sia scomparso.

Prevista una epidemia di influenza di media intensità

A parte la percezione del pubblico, è possibile fare qualche previsione sull’andamento del contagio per entrambi i virus. Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo, ricercatore del dipartimento di Scienze biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, ha spiegato durante l’incontro di presentazione dei risultati della ricerca:

la prossima stagione influenzale potrebbe essere considerata di media intensità, con un numero stimato di casi che potrebbe oscillare tra i 5-6 milioni: oltre ai casi influenzali legati alla variante H1N1, si prevede una decina di milioni di casi di altri virus influenzali cosiddetti ‘cugini’, che possono causare sintomi simili all’influenza; la loro diffusione, dipenderà da diversi fattori, tra cui i ceppi virali in circolazione, la loro novità e variazione rispetto agli anni precedenti, così come le condizioni meteorologiche e climatiche. Pertanto, è fondamentale rimanere flessibili nelle strategie di prevenzione, promuovendo la vaccinazione e adottando opportune misure di igiene”.

La prevenzione di influenza e Covid

Fondamentale per poter gestire la situazione dal punto di vista sanitario, sarà tenere conto della compresenza delle due diverse epidemie, e della possibilità di adottare misure preventive adeguate. Ha aggiunto Pregliasco:

anche se il SARS-CoV-2 può manifestarsi in molte forme diverse, il tampone resta lo strumento primario per riconoscerlo e rimane una malattia seria che registra dagli 8-10 mila morti a stagione. Proprio per questo non può essere equiparata a un’influenza comune; è importante inoltre fare la  vaccinazione antinfluenzale come strategia di prevenzione: la vaccinazione è una tutela non solo per sé stessi, ma anche per coloro che sono più vulnerabili, quali bambini, anziani o persone con problemi di salute preesistenti; mentre i giovani possono scegliere di vaccinarsi, per i soggetti fragili e gli anziani la vaccinazione diventa una raccomandazione stringente, quasi una necessità, poiché particolarmente a rischio di gravi complicazioni legate all’influenza.”

Dunque, è raccomandato un atteggiamento di allerta, facendo attenzione alla sintomatologia. Ha spiegato ancora il professor Pregliasco:

L’influenza si può più facilmente riconoscere in seguito all’insorgenza brusca della febbre, un sintomo generale e un sintomo respiratorio (come la tosse, il mal di gola o la congestione nasale). Se una persona presenta questi tre elementi contemporaneamente, è probabile che abbia l’influenza, anche se per una conferma definitiva è consigliabile effettuare un tampone”.

La vaccinazione anti-Covid e le varianti

Più delicato è il discorso sulla vaccinazione contro il Covid-19, disponibile per le diverse varianti, compresa l’Omicron XBB e la Pirola, che hanno dimostrato una buona capacità protettiva. Ha concluso Pregliasco:

alcune varianti, come quelle che continuano ad emergere all’interno della famiglia Omicron, presentano caratteristiche che le rendono immunoevasive: ciò significa che coloro che sono già stati infettati o hanno ricevuto il vaccino potrebbero non avere una completa protezione contro tali varianti. Tuttavia, ciò che è incoraggiante rispetto al passato è che la nostra immunità ibrida, ottenuta sia attraverso l’infezione naturale che il vaccino, contribuisce a una riduzione significativa delle forme gravi della malattia.”

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico