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Prescrivere

Anticoagulanti orali, rinviata ancora di tre mesi la Nota 101 dell’AIFA

Alcune società scientifiche muovono rilievi alla contestata norma che consente al Mmg di prescrivere farmaci anticoagulanti orali

Dal 5 ottobre 2023 all’8 gennaio 2024, e poi ancora al 9 aprile 2024: da AIFA arriva la notizia del secondo rinvio per l’entrata in vigore della tanto discussa Nota 101, che com’è noto consentirebbe ai medici di Medicina generale prescrivere anticoagulanti orali per il trattamento a domicilio di trombosi venosa profonda ed embolia polmonare.

Ora però gli specialisti del settore vorrebbero essere coinvolti, perché ci sono alcuni punti critici, come hanno avuto modo di sottolineare in una nota congiunta le principali società scientifiche, come la Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi (Siset), la Federazione Centri per la Diagnosi della Trombosi e la Sorveglianza delle Terapie Anticoagulanti (Fcsa), la Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare (Siapav), la Società Italiana di Medicina Interna (Simi), la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi),  Società Italiana di Ematologia (SIE), la Società Italiana di Cardiologia (Sic), la Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco).

Il primo e fondamentale rilievo degli specialisti riguarda il rischio emorragico nel breve e lungo termine associato all’assunzione di farmaci antitrombotici. Inoltre, in molte situazioni il trattamento andrebbe personalizzato e non sembrano adeguate le indicazioni fornite dalla Nota 101 per la stratificazione dei pazienti in fasce di rischio basso, medio ed elevato. Per le patologie inquadrate dalla Nota 101, più nello specifico, è necessario un supporto specialistico, in particolare per la definizione della durata della terapia.

Gli specialisti fanno rilevare anche alcune inesattezze contenute nel documento allegato alla Nota, che recita: “avere un’età avanzata costituisce un fattore di rischio per recidiva”, mentre la gran parte dei dati disponibili sembrano indicare un rischio indipendente dall’età del soggetto con tromboembolismo venoso. Lo stesso documento esclude inoltre dall’uso degli anticoagulanti le donne in allattamento. Ciò non è vero per gli anticoagulanti diretti orali, anti-vitamina K, che possono essere utilizzati.

Viene sottolineata infine la necessità di un corretto inquadramento diagnostico della trombosi venosa profonda, in cui è prezioso l’ausilio dell’ecocolordoppler e richiesta la competenza di un angiologo.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico