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Arteriopatie periferiche, i cardiologi consigliano uno screening regolare

Durante il recente congresso della European Society of Cardiology (ESC 2024) un panel internazionale di esperti – cardiologi e angiologi e chirurghi vascolari – ha evidenziato la necessità di praticare uno screening regolare nelle persone con arteriopatia periferica (peripheral arterial disease PAD) degli arti inferiori al fine di prevenire le complicanze.

Le raccomandazioni sono contenute nelle nuove linee guida ESC sulla gestione dell’ipertensione, pubblicate sulla rivista European Heart Journal, e che rappresentano un aggiornamento della versione del 2018. L’arteriopatia periferica degli arti inferiori è una forma di aterosclerosi localizzata a livello delle gambe e comporta una alterazione del corretto afflusso di sangue ai muscoli. Talvolta asintomatica, in molti casi causa dolore e difficoltà di movimento durante la camminata, anche dopo poche decine di metri. I fattori di rischio più rilevanti per la PAD sono: fumo, diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemia.

La presenza della malattia può essere interpretata come un fattore di rischio per l’insorgenza di aterosclerosi a livello cerebrale e cardiaco; pertanto la diagnosi precoce e il trattamento potrebbero ridurre sensibilmente il rischio di successivi eventi gravi, come attacchi cardiaci, ictus e amputazioni.

Le raccomandazioni dell’ESC per diagnosi e trattamento della PAD

Il documento sottolinea il ruolo di programmi di trattamento personalizzato, che potrebbero inizialmente includere anche solo l’adozione di un regime alimentare sano e del movimento, nel migliorare la condizione dei quasi 300 milioni di individui che, globalmente, convivono con la PAD. Viene inoltre incoraggiato l’uso di App per il monitoraggio della malattia, e per migliorare l’aderenza terapeutica.

A livello diagnostico, viene sottolineata l’utilità dell’indicatore ABI (ankle brachial index) che confronta i livelli pressori misurati a livello omerale e a livello delle arterie tibiali posteriori e anteriori. L’indicatore si ottiene dividendo il valore pressorio riscontrato nell’arto inferiore per quello relativo al braccio.

Enfatizzato anche il ruolo della terapia ipolipemizzante, finalizzata alla riduzione del colesterolo LDL ai livelli minimi, necessari per la salute dei vasi sanguigni e una miglior protezione dal processo di aterosclerosi. Nei casi in cui le modifiche dello stile di vita e la terapia a base di statine non abbiano dato risultati soddisfacenti, viene raccomandato l’impiego di altri farmaci, come gli inibitori della PCSK9 e l’acido bempedoico.

Viene infine evidenziata l’importanza del trattamento precoce dei blocchi o dei restringimenti arteriosi, mediante l’introduzione di cateteri, per evitare il ricorso alla chirurgia.

Secondo Christian Heiss, co-autore del documento e responsabile del gruppo di lavoro ESC “Aorta e malattia vascolare periferica (School of Biosciences dell’Università del Surrey) le linee guida aggiornate forniscono una roadmap per la prevenzione e gestione delle complicanze gravi nelle persone con AOP. Per mezzo di diagnosi precoce, piani terapeutici personalizzati, cambiamenti dello stile di vita e, se necessarie, procedure di rivascolarizzazione è possibile migliorare significativamente gli esiti e la qualità di vita di questi pazienti.

Redazione

articolo a cura della redazione