Attività fisica, le donne potrebbero avere maggiori benefici per la salute
Considerati i benefici dell’attività fisica per la prevenzione di diverse condizioni cliniche e per la riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause, si moltiplicano gli studi che mirano ad approfondire aspetti più personalizzati. Una nuova ricerca ha indagato sulle differenze di genere e ha scoperto che, a parità di esercizio, i benefici immediati e i vantaggi a lungo termine per la salute dell’esercizio fisico sembrano essere superiori per le donne rispetto agli uomini.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Journal of the American College of Cardiology, è stata condotta sui dati di oltre 400mila individui, di età compresa tra 27 e 61 anni, con l’obiettivo di verificare l’esistenza di differenze di genere rispetto ai benefici associati all’attività fisica.
Lo studio ha esaminato la relazione tra l’attività fisica svolta nel tempo libero (considerando tipologia, intensità, durata e frequenza dell’allenamento) e la mortalità per qualsiasi causa e per cause legate alla malattie cardiovascolari. Sono stati utilizzati dati raccolti nell’arco di 20anni, nel periodo 1997-2019, attraverso la ricerca statunitense National Health Interview Survey.
Praticare qualsiasi attività fisica riduce il rischio di mortalità, maggiormente per le donne
L’analisi ha rivelato che la pratica di una qualsiasi attività fisica regolare, rispetto all’inattività, è associata a una riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause del 24% (HR: 0,76; IC 95%: 0,73-0,80) per le donne, e del 15% (HR: 0,85; IC 95%: 0,82-0,89) per gli uomini. Con riferimento al rischio di mortalità per sole cause cardiovascolari, la riduzione è stata del 36% per le donne e del 14% per gli uomini.
Più in dettaglio, è emerso che la pratica di un allenamento basato su esercizi modera-vigorosi è associata a una riduzione del rischio di mortalità del 19% per le donne, e dell’11% degli uomini; per quanto riguarda il rischio di mortalità per cause di natura cardiovascolare, la riduzione è risultata ancora una volta a favore delle donne, ossia pari al 30% e all’11% rispettivamente.
Sembra, inoltre, che le donne possano trarre il massimo beneficio, in termini di sopravvivenza, da una minore quantità di attività fisica, di tipo moderato-vigoroso, rispetto agli uomini. Sebbene sia uomini che donne abbiano raggiunto il massimo livello di benefici, in termini di sopravvivenza, svolgendo 300 minuti a settimana di attività aerobica di tipo moderato-vigoroso, a parità di esercizio la riduzione del rischio di mortalità è risultata sostanzialmente maggiore nelle donne: 24% contro 18%.
L’effetto a favore delle donne non sembra dipendere da variabili quali frequenza e durata dell’allenamento, o intensità del lavoro aerobico.
I risultati potrebbero incentivare le donne ad aumentare il proprio livello di attività fisica
Le differenze tra i due sessi, secondo gli Autori, potrebbero essere imputabili a differenze anatomiche e fisiologiche; alle donne, infatti, a parità di esercizio è richiesto un maggior impegno, in termini metabolici, respiratori e muscolari, rispetto agli uomini. E questo potrebbe comportare maggiori benefici per la salute. Questi risultati, inoltre, potrebbero incentivare le donne a praticare un’attività fisica regolare, e incentivare la diffusione di raccomandazioni e linee-guida genere-specifiche.