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Emicrania degli adolescenti, perché l’approccio deve essere multidisciplinare

  • Alessandro Visca
  • Medicina

“Il sintomo cefalea è molto diffuso ed esprime un disagio spesso misconosciuto o sottovalutato e noi clinici pensiamo che il farmaco sia la sola soluzione, ma in molti casi non è così”. Ad affermarlo è Licia Grazzi, responsabile del Centro Cefalee dell’IRCCS Istituto Neurologico “C. Besta” di Milano, uno dei più avanzati centri di ricerca e cura delle malattie neurologiche in Italia.

Al Besta ogni lunedì si svolge un’attività clinica ambulatoriale dedicata ai più giovani per fornire un inquadramento diagnostico delle diverse forme di cefalea, prevalentemente emicrania e cefalea di tipo tensivo. Questo tipo di cefalee può assumere una forma cronica che, secondo la letteratura scientifica, interessa il 2% dei giovani.

La genesi della patologia, sottolineano gli esperti, spesso non è solo di natura biologica, ma coinvolge fattori psicologici e sociali. Tensione, ansia, senso di inadeguatezza e fatica ad adattarsi alle situazioni sociali  possono determinare l’esordio e il persistere del dolore.

L’emicrania come fenomeno bio-psico-sociale

L’emicrania negli adolescenti va quindi considerata un fenomeno bio-psico-sociale, che richiede una risposta non solo farmacologica, a cominciare da una maggiore attenzione allo stile di vita. Regole elementari, come un’alimentazione regolare evitando di saltare la colazione al mattino, praticare sport o un’attività fisica regolare, e un corretto ritmo sonno veglia possono portare a miglioramenti significativi. Secondo studi recenti una colazione adeguata, che prepara alle attività intellettuali della giornata scolastica, può ridurre fino al 30% la frequenza degli episodi di dolore nei ragazzi.

Va considerato anche il possibile legame dell’emicrania con la depressione, che può essere contrastata con psicoterapia e attività fisica. Secondo uno studio pubblicato quest’anno sul British Medical Journal l’attività fisica può sostenere un miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione nel caso dell’emicrania con risultati significativi in termini di riduzione frequenza e intensità degli attacchi fino al 25-30% e un miglioramento della disabilità indotta dalla condizione di malattia fino al 40%.

Gli esperti del Besta raccomandano anche di considerare l’ambiente in cui vivono i ragazzi: dalle situazioni conflittuali in famiglia, alle criticità vissute in ambiente scolastico che possono rendere gli adolescenti più vulnerabili, fragili e più facilmente esposti a manifestare con il mal di testa un disagio emotivo che non è riconosciuto in modo consapevole. Come spiega la dottoressa Grazzi:

accostare alle terapie farmacologiche approcci che modificano il comportamento può essere la manovra vincente. È quindi importante educare i giovani e le loro famiglie alla pazienza e a coltivare le proprie risorse interiori per superare un momento difficile. Affrontare il dolore è un elemento imprescindibile in un corretto progetto di terapia e può prevenire condizioni di malattia come cefalea ed emicrania”.

Anche le nuove tecnologie possono favorire l’impiego di terpie comportamentali o tecniche come la mindfulness. Al Centro Cefalee del Besta la pratica di mindfulness viene associata a terapie con un miglioramento clinico significativo che tende a perdurare nel tempo arrivando a riduzioni del 50% della frequenza degli episodi di emicrania nei ragazzi che dimostrano un’adesione positiva al trattamento. Conclude Grazzi:

I clinici che si occupano dei pazienti con cefalea ed emicrania possono davvero fare prevenzione in questo ambito partendo da istruzioni semplici e che fanno parte di una strategia terapeutica. Spesso queste semplici accortezze possono favorire un miglioramento significativo in termini di frequenza e intensità del dolore riducendo l’utilizzo delle terapie farmacologiche che rimangono di grande aiuto per situazioni specifiche e di elevato impatto clinico.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.