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Long flu, le complicanze dell’influenza da non sottovalutare

Il 2024 si apre con un picco anticipato dell’influenza stagionale che invece di arrivare, come di solito, a fine gennaio, già a Natale ha messo a letto quasi un milione di persone in tutta Italia, con un trend di crescita secondo le rilevazioni del Sistema di Sorveglianza Integrata RespiVirNet, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal ministero della Salute (1).

L’alta incidenza dell’influenza va attribuita anche a una ridotta aderenza alla campagna vaccinale.

Cronicizzazione, un rischio da considerare nelle infezioni virali

La scarsa adesione alle campagne vaccinali per l’influenza è un malcostume che i ricercatori della Washington University e del Veterans Affairs Health Care System, in uno studio (2) appena pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, bollano come deplorevole e rischioso, innanzitutto perché non tiene conto della lezione impartitaci dal Covid-19 e cioè che un’infezione inizialmente ritenuta capace di causare solo una malattia breve può invece portare a una cronicizzazione. Zyad Al-Aly, epidemiologo primo autore dello studio afferma:

dobbiamo smettere di banalizzare le infezioni virali e comprendere che sono le principali cause delle malattie croniche. Prima della pandemia, tendevamo a sminuire la maggior parte delle infezioni virali considerandole in qualche modo poco rilevanti e invece abbiamo visto che la perdita di salute a lungo termine determinata da quello che poi è stato chiamato Long Covid ha eclissato i problemi che questi pazienti hanno dovuto sopportare nella fase iniziale dell’infezione. (3) Cinque anni fa non mi sarebbe mai venuto in mente di pensare a una “lunga influenza” e invece il nostro studio dimostra che costituisce un problema di salute molto più grave dell’influenza acuta”.

Il confronto tra sequele del Covid e dell’influenza

I ricercatori hanno confrontato 81.280 pazienti ricoverati per Covid e 10.985 per influenza (flu) ed è emerso che, per quanto i primi presentassero un maggior rischio di perdita di salute, entrambe le infezioni possono comportare disabilità e cronicità.

La differenza è che il Covid interessa nel 68% dei casi ogni organo e apparato, mentre l’influenza comporta un rischio aumentato del 6% specificatamente per il sistema respiratorio.

Nei 18 mesi successivi all’infezione, i pazienti che erano stati ricoverati per Covid o per influenza sono andati incontro a un peggioramento dello stato di salute, talora grave, con un picco di rischio a partire da un mese dall’infezione, che nei casi peggiori ha comportato anche un nuovo ricovero ospedaliero. Il rischio è risultato maggiore per il Covid rispetto all’influenza. Commenta Al-Aly:

una volta dimessi dall’ospedale si pensa di aver superato il Covid-19 o l’influenza, ma questo non è vero per tutti: i rischi maggiori si presentano a partire dai primi 30 giorni dall’infezione. La nostra ricerca ha dimostrato che entrambi i virus possono causare malattie a lungo termine e così come c’è il long Covid c’è anche una long-flu”.

Dopo la fase acuta dell’influenza va considerato il rischio di complicanze respiratorie

Per quanto riguarda i dati epidemiologici attualmente nostro Paese si trova nella fase iniziale di un’epidemia influenzale sostenuta da virus del sottotipo H1N1pdm09 soprattutto di tipo A (98,5%) e anche di tipo B, che ha finito per intasare sia gli ambulatori dei generalisti che i Pronto Soccorso. Nella maggior parte dei casi la patologia si risolve con antipiretici e antinfiammatori, rimanendo a riposo per almeno 3 o 4 giorni e con assunzione di molti liquidi per prevenire la disidratazione.

In genere la fase acuta si risolve nell’arco di una settimana, ma se i risultati dello studio americano saranno confermati quantomeno per il mese successivo all’infezione, che è il periodo risultato più a rischio, occorre attenzione a eventuali complicanze respiratorie.

I risultati della nuova ricerca non si differenziano molto da ciò che si è osservato nella pandemia da Covid con una quota di pazienti per i quali, nonostante la negativizzazione del test diagnostico, i sintomi possono prolungarsi dando luogo al cosiddetto Long Covid in cui a  oltre 4 settimane dall’infezione persistono sintomi come affaticamento/astenia, febbre/febbricola, ipotrofia muscolare, sindrome simil-fibromialgica, mio-artralgie, decadimento della salute percepita, inappetenza. (4).

Altri sintomi frequentemente osservati dopo la fase acuta del Covid sono: tosse, dispnea, cefalea, turbe del sonno, confusione mentale, difficoltà di concentrazione, brain fog, anoressia, anosmia-disosmia, ageusia-disgeusia, palpitazioni, ansia, sintomi depressivi, dolore toracico, faringodinia, rash cutaneo, sintomatologia gastrointestinale, xerostomia (5).

Per la loro gestione l’Istituto Superiore di Sanità ha emanato da tempo adeguate raccomandazioni (6) volte a uniformarne il trattamento sul territorio nazionale. Il documento è nato dal progetto CCM – ‘Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione Covid-19 (Long-Covid)’ – finanziato dal Ministero della Salute (7).

Succederà lo stesso anche per ila long-flu? L’ipotesi non è peregrina visto l’aumento dei casi di bronchioliti da virus respiratorio sinciziale, soprattutto nella fascia pediatrica, una possibile complicanza a medio termine dell’influenza (8).

Bibliografia

  1. https://www.epicentro.iss.it/influenza/respivirnet
  2. https://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099(23)00684-9/fulltext
  3. https://www.cdc.gov/nchs/data/nvss/vsrg/vsrg03-508.pdf
  4. https://www.nature.com/articles/s41586-021-03553-9
  5. https://www.bmj.com/content/369/bmj.m1515.short
  6. https://snlg.iss.it/wp-content/uploads/2023/01/BuonePraticheLongCovid2023.pdf
  7. https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano
  8. https://www.meyer.it/index.php/ospedale/ufficio-stampa/9-news/4323-boom-di-casi-di-virus-respiratorio-sinciziale-le-raccomandazioni-del-meyer
Cesare Peccarisi

Giornalista scientifico, neurologo, editorialista del Corriere Salute, Responsabile Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Neurologia (SIN)